Intervista agli Acheode



La mia prima domanda a dire il vero è una curiosità, quali razza di scale usano i chitarristi degli Acheode? Mai sentito niente del genere!

Le scale seguono il concept dell’album (di cui parleremo dopo) che vuole portare all’ascoltatore sensazioni di ansia. Per arrivare a questo risultato abbiamo operato una serie di scelte ritmiche, strutturali e melodiche tra cui la mancanza assoluta di tonalità di riferimento. I brani sono tutti estremamente cromatici e dissonanti pur rimanendo nel dominio della gradevolezza di ascolto..si spera!  

Come è andata la promozione di Anxiety durante questo periodo? A livello di copie vendute invece?

La Kreative Klan si è occupata di promuovere il disco e ha curato tutto l’aspetto di relazioni con la stampa, distribuzione, ecc. Essendo ancora una realtà piccola, la distribuzione fisica dell’album è stata limitata all’Italia e in un futuro molto prossimo alla Germania. Non ho ancora una stima delle copie vendute tra negozi, copie digitali e CD venduti ai concerti, ma non siamo di certo insoddisfatti visto che è il nostro primo full length e visto soprattutto il genere di nicchia.

Riassumeteci brevemente il concept del cd

Come accennavamo sopra, il concetto che si evince già dal titolo è l’ansia. Non siamo misantropi o altro, semplicemente volevamo provare a comporre un album che provocasse questo stato d’animo allo stesso modo in cui vengono girati film drammatici o thriller. Per i testi, il cantante Marco De Martino si è liberamente ispirato al filosofo dell’angoscia per eccellenza, Kierkegaard. In particolare abbiamo ricercato il concetto di ansia come derivante dalla presa di coscienza dell’impossibilità di scappare dalla morte, e in generale di come viene vissuta la vita sotto lo spettro immancabile della morte. Il messaggio in parte è anche critico e suggerisce ad ogni modo di trarre il massimo possibile dall’esistenza.

State attualmente componendo materiale? Se si, esso che piega ha preso? state cambiando qualcosa?

Al momento siamo ancora studiando come fare evolvere il nostro suono. Cerchiamo di capire cosa va e cosa non in Anxiety per poi ripartire con la composizione del prossimo album che scriveremo verosimilmente il prossimo inverno-primavera. Ovviamente seguiremo la nostra vena sperimentale quindi sarà sicuramente un album diverso da Anxiety.



Lo sapete che molto probabilmente il vostro cd da solo ha più senso di tutta la discografia dei Beneath the Massacre?

Ahahaha! Beh i BTM sono chiaramente uno dei nostri riferimenti musicali, ma abbiamo cercato di fare le cose in modo appunto più sensato, ma sempre uscendo dagli schemi. Mi è piaciuto il commento di un lettore di MetalSucks: “It's what Beneath the Massacre would sound like if they could write an actual riff.”


Il vostro nome sarà presto interesse delle puntate di Voyager dirette da Giacobbo, svelate l’arcano, che cosa significa?

Il nome è una parola composta dalle parole inglesi ache e ode. Ache è il malessere, la sofferenza e ode ha lo stesso significato della parola in italiano. Quindi una cosa tipo elogio al malessere. La pronuncia quindi è /eɪkəʊd/ qualcosa tipo eicod…quindi non all’italiana!

Da poco avete partecipato al Sun Valley Metal Fest, raccontateci un po’ com’è andata, non vi preoccupate, siate sinceri!

Il SVMF è da anni un festival di riferimento per il metal italiano (e non). Purtroppo quest’anno l’affluenza non è stata delle migliori. Nomi medio-grossi c’erano, ma il prezzo forse era troppo alto per le tasche di molti. Peccato perché l’organizzazione è ottima così come i suoni su palco e fuori. Inoltre la nostra esibizione è stata alle 13 quindi c’era davvero poca gente. Comunque è stato divertente, speriamo di esserci ancora nelle prossime edizioni!



Alla famosa frase “le cose semplici sono sempre le migliori” voi cosa rispondete?

Con le cose semplici non si possono raggiungere certe sonorità. Nuove tecniche, velocità e sperimentazione sullo strumento ti aprono invece nuovi lidi compositivi e di ascolto. E qui dico purtroppo visto che ridurrei volentieri le ore che dedichiamo ogni giorno a studiare! Non è virtuosismo fine a sé stesso ma appunto a fine, in qualche modo, esploratorio.

Va bene, la tortura è finita, andate in pace e salutate i lettori come meglio credete

Continuate questo blog senza peli sulla lingua e rimanete sintonizzati sul canale che elogia il malessere. Ne sentirete delle belle ;)

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