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    Hail of Bullets / III: The Rommel Chronicles

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    Hail of Bullets "Pour le Mérite"

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    Le perle di saggezza del capo...

R.I.P.



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Red Fang - Whales and Leeches


Sin dal loro debutto nel 2008 i Red Fang si erano imposti come uno dei gruppi migliori nello scenario dello Stoner Rock/Metal nella vena degli allora defunti Kyuss. Con un riffing sanguigno quanto basta per sconfinare di tanto in tanto nel Metal condito dalle tipici voci riverberate e alienanti era quasi ovvio che fosse così. D'altronde se già l'omonimo del 2008 era buono il secondo disco Murder the Mountains resta secodo me il loro capitolo migliore, anche se non smuoveva troppo il sound dal predecessore. Da un lato infatti non si può dire che i Red Fang siano dei grandi innovatori, ma quello che fanno lo sanno fare assai bene e dove peccano in inventiva recuperano in feeling (e preciso che è proprio in questo senso che il migliore è secondo me Murder The Mountains). Infatti anche con Whales and Leeches il sound non si sposta da un millimetro, ma diverte e incanta come sempre e fa scappocciare, il che è effettivamente quello che un si aspetta quando lo si mette nello stereo.
Dai detrattori la critica è scontata, a me invece personalmente piace pensare che i Red Fang siano consci di quello che fanno in modo positivo cioè che il loro incedere stilemmico sia sentito e non giusto un escamotage commerciale per vendere qualche disco. In soldoni a me covincono appieno, quantomeno se non per gridare al capolavoro per mettere su la discorafia in loop e non stancarmi al secodo passaggio. Complice è sicuramente la produzione possente che tiene su l'impalcatura di riff in modo egregio sia nelle parti più veloci che in quelle più lente tendenti al doom. Brani come Dawn Rising col suo retrogusto Sludge è poi un must-listen e si consacra a mio avviso come il brano migliore del disco.  

Year: 2013
Genre: Stoner Rock/Metal
Record Label: Relapse Records
Sounds like: Kyuss, Melvins
Rewieved by: Giorgio
Sentence: Grosso rockerolle
Mark: 7.5


Erra - Augment


Il 2013 sta regalando grandi scoperte e piacevoli riconferme.Gli Erra rientrano nello spettro delle piacevoli riconferma.Già con il precedente “Impulse” risalente al 2011,questa giovane band ha fatto riecheggiare il proprio nome nel progressive metalcore,insieme anche a band come gli Elitist e Mureau,creando un mix molto tecnico e curato di melodie e groove,con lavori di chitarra molto interessanti ed ispirati.
Ora,nel 2013,di nuovo sotto l’ala della Tragic Hero Records,i nostri sfornano il nuovo e atteso album “Augment”,un lavoro pregno di tecnica,melodie e ricco di un trademark proprio della band che va via via consolidandosi.
Stessa formula quindi,molto ispirata e più matura del precedente disco.Livello tecnico indiscutibilmente  curato e ricercato,con clean vocals che si rifanno molto sia nella struttura che nel timbro vocale a quelle di Spencer Sotelo dei Periphery,che in alcuni tratti fa chiedere realmente se Spencer abbia lasciato i Periphery per migrare negli Erra.Niente da dire sulla produzione,molto cristallina e nitida ma con un basso a tratti poco udibile.
Una pecca invece,a mio avviso molto rivelante è la durata del disco.Infatti più di 50 minuti di metalcore ultra strutturato tendono non poco a far calare l’attenzione dell’ascolto,non riuscendo a far cogliere appieno ogni minima sfumatura che questo “Augment” ha da offrire,costringendo l’ascoltatore a riascoltare più volte il disco e magari,a spezzettare l’ascolto dello stesso in più parti per consentire di digerirlo meglio.Se quest’album fosse durato una quindicina di minuti in meno,il risultato finale sarebbe stato molto più godibile.
Piacevoli influenze di varie band,si notano in tutto il disco come quella dei Veil of Maya In “Hybrid Earth”, senza comunque essere mai troppe esplicite.
“Augment” è un disco luminoso,curato e indubbiamente di ottima fattura ma,con la pecca  di avere un minutaggio pari a quello di un disco post-metal e,di contenere delle vocals un po’ troppo Soteliane e a tratti poco personali.Comunque sia, gli Erra,hanno dato vita ad un ottimo prodotto musicale che riconferma una band che potrebbe intercalare nella sua musica molta più personalità,che si rivela già ad un livello molto buono e che,sicuramente,resta un punto di riferimento nel progressive metalcore odierno.

Year:2013
Genre:Progressive Metalcore
Record Label:Tragic Hero Records
Sounds Like:Elitist,Mureau
Reviewed By:Francesco Tinella
Mark:7+/10



Top 5 Albums (October 2013)






La rubrica storta : THIS IS THALL!


Da una costola dei Textures l'Olanda ci regala un'altro gran gruppo da aggiungere tra le schiere del Djent/Progressive Metal.
Gli Illucinoma formati dal nuovo chitarrista dei Textures Joe Tal è il classico gruppo che gli amanti dei Vildhjarta non farebbero faticare a definire "really THALL". La band ovviamente possiede un'ottima produzione ed il song writing risente molto del monochitarrismo con ritmiche spesso nevermoriane e sterzate filo metalcore ma comunque molto progressive e particolarmente djentose nel suono.
La band risulta un'ottimo crossover atto a mischiare tutto quello che oggi va più di moda nello stortume più vario. Un gran bel mix che richiama a se tutta una moltitudine di fan a cui non interessa sentire precisamente djent, mathcore o kebabcore ma a cui semplicemente piace sentire accenti alla cazzo di cane ed accordi dissonanti fino alla morte. Un velo di blast (rintracciabile nella favolosa intro di Pickled Punch) e qualche parte più melodica stile Vaura per chiudere il tutto. Io mi ci gioco un testicolo che questo EP farà scoppiare le ernie a qualche Thallhead a forza di headbanging o qualunque pratica sia solita usare dai Djentleman vari durante l'ascolto di materiale musicale d'alta qualità.


Essere la storia che scrive la storia parlando di storia - Hail of Bullets / III: The Rommel Chronicles




Per tutti coloro i quali vale l 'immagine qua accanto esposta consiglio vivamente di cambiare recensione.
Gli Hail Of Bullets tra gli Asphyx ed altro ci hanno messo per partorire il nuovo album, ben 4 anni, ma con cognizione di causa. Se da una parte la forza del gruppo era la prepotenza del Revival essendo essi stessi il Revival dall'altra già dal secondo cd si era capito che proporre album uno uguale all'altro non ha il ben che minimo senso.
Allora la band ha deciso di fermarsi per riuscire a costruire un sound ancora più personale e distaccato sia dai Bolt Thrower che dagli Asphyx. Accentuando la sezione solista e le armonizzazioni, cercando di captare un certo mood di intendere il riffing death metal, cogliendo alcune peculiari tonalità la band di Van Drunen e soci è riuscita come negli Autopsy del comeback a trovare una formula assolutamente nuova ed inedita che non esisteva prima nelle proprie corde. L'assenza del "sentire novità" in un genere come nel Death Metal senza snaturare il tutto con breakdowns vari è diventa una sorta di ricerca di El Dorardo tra costanti camuffamenti di band meno note o scopiazzamenti nemmeno tanto velati. Ci vuole qualcuno che proponga qualcosa di talmente personale ma profondamente Death da non poter lasciare nessun interlocutore muto, e qui gli HoB hanno STRAVINTO.
Se pensiamo al minuto finale di DAK, all'intro di Pour le Merite ed a tutta Death of a Field Marshal ci accorgiamo di non aver veramente mai sentito niente del genere negli HoB anche se già On Divine Winds cercava di accentuare il lato melodico, su quest'ultimo capitolo viene totalmente enfatizzato ed estremizzato portando ad un nuovo acme la musica del quintetto olandese.

Perfino meglio del brillante debutto e persino di quel Death....The Brutal Way che aveva monopolizzato i miei ascolti per mesi e mesi all'uscita di esso. Più curato, fresco, tecnico, meglio prodotto ed essenzialmente più ispirato. Un album ampiamente confrontabile coi due precedenti date le somiglianze e le influenze ma si rischia di sminuire e non capire la portata di questo nuovo parto.
Tutte le caratteristiche del combo vengono esaltata come in una giusta mescolanza di sapori grazie ad un mastering e missaggio curatissimo e perfetto ad opera del grande maestro Dan Swano oramai titano indiscusso del sound Swedish/Death Metal del nord europa.
Altra carta vincente va data a Van Drunen che riesce a portare non solo una grande partecipazione emotiva ma anche una buona dose di cultura in un genere spesso denigrato ed impuzzolentito da band i cui membri forse hanno la terza media (con rispetto parlando). Vedere tra Gorguts e Hail of Bullets un po' di sana maturità e conoscenza trasposta su di un genere così rude ed elitario è una prelibatezza che veramente pochi possono assaggiare e cogliere a pieno. Uno perchè la gente non legge i testi, due perchè non tutti ascoltano Death Metal.
Quindi, come ogni qual volta Van Drunen mette becco su qualcosa, bisognare stare zitti ed ascoltare, qui c'è la storia del Death Metal che prosegue e scrive le sue pagine nel secondo millennio. Il divario tra loro e tutti è sempre più incolmabile.
Chapeaue!



Year : 2013
Genre : Death Metal
Record Label : Metal Blade
Sounds Like : Asphyx, Bolt Thrower
Reviewed by : Edoardo
Mark : 9.5/10



Toxic Holocaust - Chemistry of Consciousness



EEEEEEEEEEEH!!!!!!!!!
EEEEEEH!!!!!
EEEEH!!!
EEH!!
EH!
eeeh!
...eeeh....
..........eeh........
.....................eh....................

Ecco il mio entusiasmo ad ogni canzoni di questo Chemistry of Consciousness.
Joel Grind l'ho visto nascere musicalmente parlando e Overdose of Death fu uno dei miei album più seminali nella forma mentis da Metalhead. Ci vuole però forza e vigore per mantenersi freschi col Thrash Metal ma sopratutto nel 2013. Quindi Conjure and Command si faceva ben vedere con qualche rallentone in più, parti anche sludge in certe attimi ed i soliti assalti alla Celtic Frost/Primi Bathory. Purtroppo di questi rimandi più atmosferici c'è veramente poca traccia in questo album che punta al caro vecchio impatto dilaniante del primo ascolto per poi perdersi vorticosamente in una tracklist folta di nullità. Non c'è niente nemmeno al livello di Bitch o I Am Desease, i cali in certe parti delle canzoni sono mostruosamente evidenti, dove il Ride e riff tendenzialmente groove si dovrebbero unire più di una volta si crea il vuoto cosmico.
Forse l'unica vera Hit del cd è Rat Eater sia per l'intro che per in generale una struttura non scontata.
La forza del personale sound costruito di cd in cd col duro lavoro dietro il mix e nella scelta di una strumentazione potente però non riesce a sostenere canzoni come International Conspiracy dagli evidenti e troppo opprimenti confronti con i più antichi maestri del genere.
Un cd da relegare solo ai veri Die Hard Fans e che non ci regala nemmeno un paio di canzoni per il Best Of... (il prossimo). Ancora una volta si rimarca il fatto che il primo trittico della loro discografia si attesta sempre più in alto rispetto alle recenti uscite.
Verso il declino??

Year : 2013
Genre : Thrash Metal, Speed Metal
Record Label : Relapse Records
Sounds Like : Celtic Frost, Bathory, Venom, Motorhead
Reviewed by : Edoardo
Mark : 6.0/10


Sepultura - The Mediator Between Head and Hands Must Be the Heart


Ultimamente mi sorprendo anche io di certe band e certi cd.
Mai mi sarei aspettato una presa di coscienza da parte di Kisser. Buttato via tutto quel merdoso thrashcore da disagiati delle favelas senza ne capo ne coda con tupa tupa no-sense. Kisser decide che è giusto riproporre un po' di sano Thrash/Death Made in Sepultura catapultando la band nel 1991 ma attualizzandola e personalizzandola con il suo tocco. Kisser finalmente dimostra di non essere il classico ottimo chitarrista senza idee e costruisce un album coi fiocchi.
Innanzitutto va riconosciuta l'impronta personale che ha voluto dare al lavoro, partendo dalla copertina alla scelta del nome molto emblematica, a queste vengono accostate canzoni velenose, un muro di gain cattivo e un tupa tupa selvaggio e mai scontato. Il basso ,ovviamente suonato da Kisser, risulta anche esso un'ottimo elemento di spessore e in più parti riesce a far da vero pilastro supportando bene gli assoli.
Lode alla produzione che è riuscito a coprire le vistose mancanze di Green e a far accentuare la strapotenza delle chitarre che quando vanno in palm muting hanno quel "von von von von" che te lo fa venire duro subito.
Il bilanciamento, poi, tra up e mid tempo è perfetto ed il culmine del malessere giunge su Grief dove l'hardcore si mischia con la veemenza del Death Metal e ci aggiunge tratti ancora più marcatamente Doomy, un pezzo angosciante e graffiante che dimostra il grandangolo mentale di Kisser e la sua poliedricità (dimostrata tra le altre cose sull'intro di The Vatican e sulle ritmiche animalisce e filo-lamb of god di Tsunami). Il disco risulta in molti tratta addirittura vistosamente tecnico non solo nei virtuosismi ma anche con una sezione ritmica da Oscar. La batteria ci regala movenze e patterns da panico che la rendono quasi da Chaotic Hardcore in certi tratti, sembra che dietro le pelli ci sia il batterista dei Mastodon, roba che ti porta al delirio (IGOR VAI A FARE LA TECNO).
La coincidenza astronomica e temporale di mille fattori a fatto si che finalmente i Sepultura rispolverassero un po' di onore su questo maltrattato nome.
Chi ad oggi tenterà di criticare i Sepultura e non si è mai ascoltato Manipulation Of Tragedy non sa di cosa parla.
Bentornati sedicesimi alla Troops Of Doom (tra l'altro l'intro viene citata nell'intro di Bliss Of Ignorance, altro gran colpo di classe).

Year : 2013
Genre : Thrash Metal, Death Metal
Record Label : Nuclaer Blast
Sounds Like : Lamb Of God, Cavalera Conspiracy
Reviewed By : Edoardo
Mark : 7.5/10



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