Alternativamente al Metal Pt.4 - THE ISLAND CHAINSAW MASSACRE


THE ISLAND CHAINSAW MASSACRE
Premetto che questa recensione l’ho promessa da diverso tempo a molte persone che m’hanno incitato di farla,che volevano proprio questo disco. Questa la dedico a voi.
Salmo. Ormai Salmo è diventato l’idolo delle folle,piccoli e grandi,amanti dell’hip hop e non,bimbiminkia e trve metallers. Death USB non è minimamente paragonabile a questo disco,e lo stesso vale per Midnite (che io comunque ho apprezzato moltissimo,e,come ho già detto in varie occasioni,che è un disco veramente difficile da comprendere al primo ascolto. Bisogna assimilarlo,è per questo che secondo me è un grande lavoro). Ma qui stiamo parlando del primo vero disco di Salmo,quello che l’ha fatto conoscere al grande pubblico,quello che l’ha reso una star nel mondo musicale: ‘’The Island Chainsaw Massacre’’. Avete mai pensato al motivo per cui Salmo con questo disco ha fatto tanto successo? Semplice,perché era unico. Prima di lui da una parte la scena rap era dominata da tracks coatte,voci effettate e rime scontate (Fedez/Club Dogo/…) dall’altra da artisti politicamente (forse troppo) impegnati che dibattevano continuamente e ripetutamente in quasi ogni singola canzone con un interlocutore immaginario in una sorta di monologo/dialogo in cui si mettevano in risalto gli aspetti aurei di una sinistra politica quasi santificata (vd. Caparezza e co.). Ma con Island Chainsaw Massacre tutto è stato rivoluzionato. Questa volta non mi prolungherò troppo nell’esaminare passo dopo passo tutte le canzoni,ma guarderò più che altro le generalità di questo capolavoro,perché deve essere ascoltato tutto d’un fiato,dall’inizio alla fine senza fermarlo mai,facendo crescere l’ansia ogni canzone di più,fino all’ultima traccia,arrivando al silenzio e razionalizzando quanto quest’album veramente abbia cambiato il mondo rap italiano. Il connubio perfetto fra testi e basi si trova alle fondamenta di questo disco,che rappresenta un mondo oscuro,quello interno dell’artista,ma che in molti casi sembra essere quello di ognuno degli ascoltatori. Ma non è finita: proprio perché è un viaggio dentro sé stesso,questo album deve toccare diverse tematiche,ragionando,ripensando al passto per cercare la propria identità. Quindi si passa dall’amore agli ‘’scheletri nell’armadio’’,alla religione (e sia il tema politico che religioso,se non trattato con cura in un testo,risulta un prodotto scontato,un minestrone di frasi qualunquiste che vanno contro tutto e tutti senza un apparente motivo se non perché ‘’Va di moda’’ o ‘’Fa figo’’. In ‘’Un Dio Personale’’,però,Salmo si accanisce in maniera al contempo aggressiva e mesta,con rime mai scontate ma anzi sempre d’effetto,contro una divinità che sembra essere assente e contro l’istituzione che,naturalmente,si è autoeletta come mediatrice di questo Dio in Terra,che fa in Suo nome anche le azioni peggiori,ma,proprio perché fatte dai suoi membri,giustificate.). E che dire dunque dei continui riferimenti? Ho già parlato del passato di Salmo in altre recensioni,e in più di un’occasione lo riporta alla luce con riferimenti più o meno espliciti (da ricordare,ad esempio,sempre in ‘’Un Dio Personale’’ il verso ‘’..Siamo come Alice in catene’’,con chiaro rimando ad uno dei gruppi grunge più importanti,gli Alice In Chains),o con le basi per le sue canzoni: l’unione continua/l’alternanza fra elettronica e punk,fra campionamenti di canzoni degli anni ’60 e metal,quindi,danno quel surplus al disco che lo rende unico. Insomma,concludo semplicemente ringraziando Salmo poiché è stato proprio con lui che ho conosciuto il rap,e sono sicuro che com’è successo a me,sia successo a molti altri. ‘’The Island Chainsaw Massacre’’ è una pietra miliare del rap italiano,quello fatto bene,quello ragionato,quello che,come ogni altro genere,riesce a toccare nel più profondo l’anima,in ogni sua sfaccettatura,più o meno positiva,ritirando fuori ricordi spiacevoli o momenti felici,attimi da dimenticare e sorrisi impressi nella memoria,ormai sempre più evanescenti.

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