Saturnian - Dimensions



Label: Indie Recordings
Year: 2012
Genre: symphonic black metal
Sentence: [5.0]

Nel metal, si sa, è difficile slegarsi dai grandi nomi: nel caso del black sinfonico sono i Dimmu Borgir a rivestire il ruolo di musa ed i Saturnian ne seguono attentamente ogni parola. La performance del cantante è fortemente debitrice nei confronti di Shagrath, senza però risultare altrettanto incisiva e graffiante. Le tastiere e la voce femminile, croce e delizia di questo tipo di black, si mettono in gioco con risultati piacevoli (Aphotic). Le chitarre fanno quel che devono, né più meno: siamo al limite del minimo sindacale ma tant'è, purtroppo in gran parte del black sinfonico va così. L'elemento chitarristico e quello tastieristico vengono fusi insieme con una certa naturalezza che in qualche frangente (la succitata Aphotic, Into Etherea, The Immaculate Deception) mi ha riportato alla mente la classe dei Carach Angren. Il problema di Dimensions è che tutti questi elementi sono già stati ripoposti con esiti ben più pregevoli! Cosa dovrebbe spingere un ascoltatore occasionale a metter su il disco in questione quando ha a portata di click l'intera produzione dei Dimmu Borgir, la formazione alla quale questi Saturnian si sono rifatti arrivando ai limiti del plagio ed oltrepassandoli? Francamente non vedo un motivo valido per promuovere una release di quasi un'ora (l'ascolto risulta stancante) i cui unici momenti degni di interesse sono occasionali melodie accattivanti ed evocative come quelle dell'intro Construct: Illusion o dell'intermezzo Traces Of The Past, tanto per fare due nomi. Insomma, rimandati con una certa irritazione, non c'è bisogno di altri cloni. La musica andrebbe composta quando si hanno idee: è evidente che non è questo il caso.
[Matteo Ciani]



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