Astral Sleep - Visions‏



Label : Solitude Productions
Year : 2012
Genre : Death Doom Metal
Sentence : Please don't scream [5.0]

Come direbbe Elio, io sono un passatista. Nel senso se a me dite Astral Sleep la prima cosa che mi viene in mente è l'album dei Tiamat che porta questo titolo non certo questo "recente" gruppo finlandese che esce con Solitude. Dopo aver ascoltato questo ultimo lavoro degli Astral Sleep, Visions sono abbastanza covinto che per me Astral Sleep è un qualcosa che continuerà a essere associato ai Tiamat. Quello che in parte mi soprende è che in genere Solitude è un garanzia. Magari mandano avanti un certo Death Doom un po' troppo melodico (filone post My Dying Bride) che può non piacere però  tra le uscite del 2012 annoverano ad esempio il debutto dei non eccelsi, ma carini When Nothing Remains e  quello che secondo me è il masterpiece del doom del 2012 che è Regression to Nothingness degli Inborn Suffering. Ciò premesso devo dire che con questo gruppo finlandese hanno preso una mezza cantonata. Infatti questo Visions è un album che ha indiscutibilmente delle buone idee, ma anche delle cadute di stile veramente tremende. L'inizio è ottimo, ma già andando avanti nella prima traccia The Towers iniziano a mostrarsi le debolezze del gruppo. I riff propriamente doom sono molto belli, ma appena si va avanti iniziano ad apparire stacchetti acustici quasi in stile jazzato (che mi ricordano un po' quelli che volevo scrivere io quando avevo diciassette anni cui poi ho col tempo rinunciato) abbastanza alieni al resto del suono del gruppo. Appare chiaro che per arrivare al minutaggio estremamente elevato dei pezzi (circa 14 minuti a pezzo) si ricorre anche a soluzioni riempitive che abbattono l'attenzione e non sono particolarmente incisive da un punto di vista emotivo. Se è doom ci si aspetta abbia un mood pesante, claustrofobico, opprimente, invece i suddetti stacchi jazz sembrano "troppo allegri". Inoltre un'altra cosa pessima che appare già alla prima canzone sono dei minimali riff in stile quasi black conditi da uno scream da gallina sgozzata che secondo me sono veramente inascoltabili. Il cantante sembra voler imitare Marquis degli Ataraxie o i Bethlehem, ma decisamente sono ben al di sopra del suo livello. Sulla title track questa tendenza assume dimensioni addirittura grottesche e mi ha fatto venire voglia di spegnere più e più volte il lettore. Anche i puliti che partono molto belli e impostati su una liricità molto doom (Candlemass, Reverend Bizarre) andando avanti si adagiano su delle tonalità un po' troppo bambinesche decisamente poco indicate per il tipo di musica.
Quindi forse gli Astral Sleep si sono fatti prendere un po' dagli stilemmi del genere, ma non riescono a districarsi tra i brani lunghissimi che vorrebbero proporre e anche restano fatalmente invischiati tra le soluzioni che utilizzano. Possono sicuramente crescere, perché la vena granitica di certi riff è veramente invidiabile, ma altri punti sono veramente tremendi. Se avessere puntato solo sul doom nudo e puro (magari con qualche escursione più death) togliendo tutte le insensate parti acustiche e gli inesplicabili influssi black allora questo sarebbe stato anche un buon lavoro, messo così è decisamente mediocre. Se siete dei fan sfegatati del Death Doom ascoltateli tanto per completezza (però non ditemi che non vi avevo avvisato), se il genere lo praticate poco allora lasciate perdere, potreste averne un'idea errata.
[Giorgio Gubbiotti]



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