Eoront - Neverending Journey



Year: 2013
Genre: Atmospheric Black Metal
Record Label: Unsigned/ Independent
Sounds Like : early Emperor, Sear Bliss
Reviewed by: Giulio Valeri
Sentence: Epic!

Secondo un vecchio detto popolare, non giudicare mai un libro dalla copertina è cosa giusta e saggia.  In alcuni casi ci sono però alcune eccezioni che confermano la regola, e “Neverending Journey” è proprio una di queste. Oltre ad avere un artwork capace di catturare da subito l'attenzione degli interessati,  la release ha anche dalla sua una proposta musicale di tutto rispetto. Le atmosfere che si respirano nei sei brani qui presenti sono quelli di una gelida brezza marina, che accompagna  nella navigazione imbarcazioni sperdute nell'immensa vastità degli oceani. Se gli ultimi sono una bella gatta da pelare per ogni lupo di mare che si rispetti, la loro trasposizione in musica non rappresenta affatto un problema per il russo dietro a questo progetto, davvero abile nel ricreare atmosfere marittime e di ampio respiro. Musicalmente, ci troviamo di fronte a un black con un sound smaccatamente anni 90, e che deve molto a primi Emperor e agli ungheresi Sear Bliss. All'inizio si ha quindi l'impressione di ascoltare qualcosa di davvero gradevole, ma derivativo e che a lungo andare potrebbe stancare a causa dell'insistenza di certe soluzioni, tappeti di tastiera su tutte. Procedendo nell'ascolto però, arriva subito la smentita grazie ad alcune sapienti trovate. Ciò che si ha ad esempio modo di sentire dal minuto 3:45 di “Through The Weathears Gold”, in tutta “Downwind to the North” e in alcuni stacchi atmosferici è a dir poco da urlo e in grado di garantire una buona dose di euforia a chi con gli aggettivi “solennità” ed “epicità” ci va a nozze. Certo, forse agli Eoront si potrebbe imputare di non possedere un'ampia gamma di soluzioni nelle scelta dei suoni di tastiera, interamente basate su campionature di cori. Ma quando si è dannatamente abili e capaci nel proporre un certo tipo di atmosfere, perché strafare in fondo?
A dipanare quest'ultima perplessità ci pensa comunque l'ultima traccia del lotto, una strumentale folk di rara bellezza, “Neilanne I (First Dawn),” dalle forti suggestioni medievali, in cui flauti e cordofoni vengono rincorsi dai tamburelli. Insomma, per chi non lo avesse ancora capito ci troviamo di fronte ad un gruppo davvero talentuoso e che non mancherà di soddisfare chiunque voglia salpare per un piccolo viaggio musicale di tre quarti d'ora, solcando acque gelide a bordo di velieri di altri tempi. Ascoltatelo: non ve ne pentirete davvero.


Mark: 7.5/10




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