The Ocean - Pelagial


Year : 2013
Genre : Post Metal/Post Hardcore
Record Label : Pelagic records, Metal Blade Records
Souns Like : Twenty Thousand Leagues Under the Sea
Reviewd by : Edoardo
Sentence : Another Masterpiece.

Quasi mi vien da pensare che recensire un gruppo del genere è superfluo, rimane per chi sa ascoltarli, per gli altri è un gruppo invisibile, troppo poco metal, troppo poco hardcore, poi quel Rossetti che non si sa bene se vuole fare growl o pulito. Canzoni da 9 minuti, progressioni, digressioni, deliri.
Pelagial doveva essere un cd strumentale e questo è testimoniato da una versione di esso come per i precedenti due lavori totalmente senza voce. Poi però arriva sempre Rossetti, resuscitato per l'occorrenza e tornato in attività dopo un anno di stop.
Dover venire dopo Heliocentric e Antropocentric è per un cd come entrate in sostituzione a Messi, bisogna dare il 120%, Pelagial da il 120%. Differenza sostanziale rispetto il passato è un uso molto minore di archi e fiati, meno clean vocals e un approccio più Metal in generale alle canzoni.
Infatti possiamo constatare come la band sia stata influenzata da Mastodon (Bathyalpelagic II: The Wish In Dreams) e dal Djent (il finale di Bathyalpelagic III: Disequilibrated) non che da un pizzico di istinto Black Sabbath nelle tracce più lunghe e nel clamoroso main riff di Hadopelagic I: Omen Of The Deep.
Al contrarioBathyalpelagic I: Impasses e Benthic: The Origin Of Our Wishes ci fanno rivedere i fasti dei due album precedenti.
I due Leviatani ,invece, Hadopelagic II: Let Them Believe e Demersal: Cognitive Dissonance come Anthropocentric o The Origin of Species nei rispettivi cd danno quel tocco in più di sublime classe compositiva, roba aliena e totalmente estraniante che non pensi sia possibile comporre.
Il livello di arrangiamento è come sempre oltre ogni soglia, si possono permettere di ripetere riff all'interno dei trittici Bathyapelagic e Abyssopelagic come se tutto scorresse verso un unico mare.
Il cd infatti si digerisce come un'opera completa ed organica, tutta unita e sorretta dal concept lirico non che atmosferico e ribadisco ATMOSFERICO.
Poichè se sempre dei The Ocean si tratta, le atmosfere e i climi disegnati in Pelagial sono totalmente differenti da quelli filosofeggianti e blandi di Heliocentric o da quelli frenetici e schizofrenici di Anthropocentric. La capacità di trasformare il sentimento in nota è una proprietà di pochi eletti e il caro Nido sicurmente la possiede.
Dopo diversi ascolti posso dire con certezza che questo cd sta bene in pari con il duo -centric, e ringrazio Dio di dare sempre ispirazione agli uomini giusti.
Nel senso più ampio di metal, forse, stiamo parlando della migliore band attualmente con gli strumenti in mano.


Mark : 9/10



1 commenti:

M. said...

Li ho visti giusto l'altro ieri, Rossetti dal vivo mi è sembrato addirittura più in forma rispetto a due anni e mezzo fa, ed era pure sbronzo. I nuovi pezzi mi sono sembrati molto mastodoniani, parecchia chitarra solista di Jona, soluzioni atmosferiche e eteree anche se a volte non originalissime..ad ogni modo anche se non hanno spaccato del tutto come speravo mi sono piaciuti, si tratta di una svolta decisa nella loro carriera e se ne sentiva il bisogno. Devo riascoltarli in studio

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