Periphery + Dream Theater @Palaevangelisti Perugia




Con un ritardo di 45 minuti sulla tabella di marcia alle 6 e 45 circa aprono le porte del Palasport di Perugia.
Il vento gelido e il clima siberiano hanno fatto aumentare la grande attesa.
Un'ora dopo ecco i Periphery autori di una prestazione devastante per groove e melodia, grande esempi di questo sono stati Misha e Jake Bowen, ma in generale la band ha retto alla grande i 40 minuti a disposizione, anche il più ben noto Spencer Sotelo (omaggiato dal sottoscritto con gli auguri visto che era il suo compleanno ndr) che non sempre riesce (almeno da quanto visto su live di utube) a reggere il confronto con gli altri membri. Ma qui si va oltre, un'ottima Jetpack Was Yes infiamma anche il pubblico più vecchia scuola e meno propenso al nuovo Djent, colpo finale ben assestato con Racecar, 15 minuti di buona alternanza groove-progressive.
Prestazione da 8.5, 10 se l'acustica avesse reso più nitide le 3 chitarre sul palco.
Nota di merito per le persone, oltre che artisti, si son presentati come delle persone socievoli ed amichevoli, cazzoni fino al midollo (Misha insegna) disponibili a cantare Tanti Auguri in Italiano, prendere in giro e rispondere anche all'inglese più stentato, fuoriclasse.

C'è da riflettere molto sulla prestazione dei Dream Theater, per chi ama il Prog Metal Opeth e Dream Theater, insieme ad un'altro paio di nomi, formano un ciclo di band essenziali che sia live che su cd hanno scritto la storia. Oggi però c'è già una semi resa dei conti. I ben più giovani Opeth dimostrano di non reggere più un live con le palle dimostrandosi all'ultimo concerto a Milano più mosci e calmi, pacati e quasi sonnolenti, divertenti giusto per le battute del cabarettista Akerfeldt. I ben più vecchi DT hanno invece inanellato una serie di canzoni buonissime per riproposizione ed energia, su tutte Dark Eternal Night e Breaking All Illusion.
In partenza si fanno notare anche per la voglia di proporre materiale più recente come Build Me Up,Break Me Down e Bridge In The Sky o Outcry alternando ad esse classici come 6.00 e Dark Eternal Night. Dopo un Drum solo buono solo per metà (aimè) si va sull'acustico e l'ultra melodico inanellando una serie di canzoni che fanno cantare circa mille persone.
A Fortune Lies, Far From Heaven, On The Backs of Angels e Wait for Sleep per poi ripassare all'attacco con War Inside My Head e la "sorpresa" The Test that Stumped Them All.
Chiudono Spirits Carry On (magistrale) e la quotatissima Breaking All Illusion (la canzone che ho apprezzato di più). Encore con un As I Am cantata a squarcia gola.
Da notare la forma dei nostri, tutti in piena salute e grande presenza scenica, una situazione veramente invidiabile per l'età nonostante i capelli sono sempre di meno (LaBrie).
Show ottimo da parte di tutte e due le band, da ricordare negli anni a venire.

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