Label : Indipendent
Year : 2012
Genre : Melodic Death Metal/ Post Hardcore
Sentence : Melodic Apocalypse [7.0]
La nomenclatura è una forte componente del metal e dei metallari che classificano e definiscono tutto come se fosse una ragione di vita. Ci sono state tante band che hanno lasciato i nomenclatori nel dubbio, tante di queste band accorpano nel sound quello che è normalmente definito Post Hardcore, ossia un uso di ritmiche o riff hardcore in chiave più lenta e atmosferica. Fin qui penso nessuno abbia qualcosa da ridire, poi arrivano band come gli italici The End of Six Thousand Years ed incominci a nutrire seri dubbi su quanto precedentemente affermato. Semplicemente musica di qualità, senza alcun schema rigido, senza nessun punto cardine, nessun eroe da emulare o fan da compiacere, musica genuina. Questo è quello che maggiormente colpisce di un cd scritto con intelligenza e con la dovuta accortezza tecnica. Un cd capace di smuovere gli animi ed entrare veramente solo dopo qualche ascolto, punto che ne determina una certa complessità. Nei suoi 40 minuti il cd scorre molto bene senza particolari sostenute accelerazioni o marcati rallentamenti. Le canzoni hanno strutture fluide che non seguono un riff o uno schema ma si lasciano trasportare, questo purtroppo non spesso viene accompagnato da un punto finale, o semplicemente un acme, nella canzoni. L'unico difetto ,se così si può chiamare, sta nel non mettere mai una vera parola fine ne all'album ne alle canzoni. Forse era l'effetto desiderato, comunque resta l'amaro in bocca perchè dopo un certo peregrinare l'orecchio vorrebbe capire a cosa deve andare in contro.Finito l'ascolto esso stesso ti invita a ripercorrerne un'altro alla ricerca della fine, fine che per vari motivi non si trova, e per questo il cd rincomincia, ogni volta. E' un classico cd di insieme, se per esempio si prende Andromeda essa fa da perfetta "intro" a quello che è la seguente Cygnus la quale si sfoga nel finale assalto Death Metal, assalto che viene subito ripreso da Hydra.
Ditemi voi come non fate a riascoltare un cd che finisce con Eridanus. Provando ad ascoltare il cd in loop trovo che l'inizio e la fine possano essere benissimo collegate tra loro, quindi se vi trovate ad ascoltare ciclicamente questo lavoro date la colpa ai loro compositori.
3 commenti:
se l'abbiamo chiamato perpetuum....
comunqe grazie mille per la recensione, troppo gentile!
p.s. la label non è still life, che ha chiuso, per ora siamo in cerca...
Post a Comment