Year: 2013
Genre: Drone/ Black Metal
Record Label: Independent
Sounds Like : Sunn O))), Nadja
Reviewed by: Giulio Valeri
Sentence: Per i più curiosi
La terza fatica di questa one-man band californiana si apre con il lungo brano “Camellias in Bloom”, dove accordi stoppati di chitarra acustica accompagnano tastiere vellutate ed evocative, garantendo un introduzione di grande effetto e che non mancherà di trasportare l'ascoltatore in reami onirici. Dopo alcuni minuti fanno il loro ingresso le chitarre distorte a cui è affidato il compito di tessere malinconiche melodie sorrette da una componente ritmica, che poi esploderà in un furioso up-tempo di ascendenza black. L'approccio dei Verwüstung al genere in questione è minimale e pertanto in linea con la tradizione drone, segnata da realtà del calibro di Sunn O))) e Nadja. I ronzii iniziano quindi a farsi sentire prima della metà di “Camellias in Bloom”, realizzati per mezzo dei canonici accordi di chitarra distorti, riverberatissimi e tenuti per le lunghe. Ad essi segue la riuscitissima “Dancing Souls”, traccia acustica dove Chris Broyles dimostra di essere dotato di un gran gusto per il fascino e la delicatezza dii alcune soluzioni. La penultima “No Haven”, un up-tempo dove chitarre e urla disperate che sembrano provenire da altri mondi si rincorrono furiose, si rivela invece come la traccia meno riuscita del lotto, assumendo il ruolo di quello che potrebbe essere definito un piacevole riempitivo. Nella conclusiva “Holland, 1945”le atmosfere sognanti e malinconiche vengono lasciate da parte per far spazio a sonorità ben più cupe e drammatiche, come l'inquietante data presente nel titolo d'altronde suggerisce. Le nostre orecchie avranno dunque a che fare con una ritmica dall'incedere lento e ossessivo e chitarre che urlano umanamente aiuto per scampare alla massiccia dose di effettistica alla quale sono state non a torto sottoposte. Inutile dire che se l'obiettivo di Broyles era quello di trasmettere una sensazione di angoscia opprimente con questo brano, è riuscito senza dubbio nel suo intento. Tirando le somme, questo “Tunnel Ghosts” non mancherà di far felici gli ascoltatori più curiosi e gli affezionati di certe sonorità, mentre per tutti gli altri (salvo alcune soluzioni di innegabile qualità artistica) si rivelerà essere un'uscita di dubbio interesse. Dopotutto il drone, seppur reso meno indigesto da influenze shoegaze e sfuriate black, è genere davvero per pochi intenditori capaci di andare al di là delle solite sonorità. L'unico neo della release sembra essere un utilizzo incerto di effetti ambient, i quali in alcuni momenti contribuiscono a dare una marcia in più ai brani, favorendo anche il passaggio da una traccia all'altra, mentre in altri sembrano pleonastici, pur non inficiando la resa generale definitiva sempre degna di attenzione.
Mark: 7/10
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