Katatonia - Dethroned And Uncrowned


Year: 2013
Genre: Acoustic Rock
Record Label: Kscope Music
Sounds Like: Katatonia, Anathema, Opeth
Reviewed by: Edoardo De Nardi
Sentence: Unplugged deep feelings…

No, non avete sbagliato a leggere, ne vi state confondendo con l’ultima uscita discografica dei Katatonia per Peaceville Records, “Dead End Kings”: i titoli e la tracklist del nuovo “Dethroned And Uncrowned” sono davvero identici al precedente, ed il motivo è presto spiegato, trattandosi infatti di una riproposizione integrale dell’ultimo lavoro in chiave acustica, privata completamente di distorsioni e sezione ritmica al completo. Sono ormai diversi anni del resto che Jonas Renske ha abbandonato le radici doom-death della propria proposta, orientandosi piuttosto verso un metal/rock triste e disperato, perfettamente adatto ad accompagnare le liriche prive di speranza e fiducia da esso composte. In questo senso, “Dead End Kings” aveva rappresentato l’apice della nuova svolta del gruppo, dove si era riusciti in maniera impeccabile ad unire la suddetta “tristesse” musicale a momenti più concitati dove chitarre e batteria rimandavano vagamente agli esordi più aggressivi del combo svedese. Il nuovo album invece screma queste asperità del songwriting, concentrandosi esclusivamente sull’atmosfera disillusa e raccolta del nuovo corso stilistico. Va anzitutto sottolineata la grande perizia e l’indubbia bravura dei Katatonia nel trasporre per intero un disco comunque sia “metal”, in chiave totalmente acustica, senza perdere in questo passaggio nemmeno un briciolo della loro carica negativa: a differenza di quanto spesso accade con le versioni “pulite” di canzoni nate originariamente in chiave elettrica, non ci troviamo infatti di fronte a re-interpretazioni smielate e strappalacrime da ballad songs: se possibile, la rilettura di questi pezzi risulta ancora più intima ed oscura delle originali, che proprio grazie alla mancanza di batteria ed alla presenza di sola voce e chitarra acustica, avvicina il mood disincantato delle composizioni all’ascoltatore, chiudendolo per tutta la durata del cd, in uno stretto rapporto duale con l’algida voce di Renske. “The Parting”, “Hypnone” e “Racing Heart”, già splendide nella loro versione originale, raggiungono in questo caso picchi di lirismo ed emotività davvero commoventi, ma tutte le canzoni in generale regalano emozioni davvero toccanti e personali. Se dovessimo tracciare dei paralleli, potremmo dire che Anathema ed ultimi Opeth, i primi per la concezione generale ed i secondi in diversi passaggi musicali, saltano alla memoria in diversi frangenti, nonostante “Dethroned And Uncrowned” rimanga un perla di rara bellezza molto particolare. Rispetto alla versione originale, mancano naturalmente quelle dinamiche e quei passaggi pulito-distorto che aggiungevano imprevedibilità e longevità a “Dead End Kings”: in questo caso invece, le canzoni si assestano un po’ tutte sullo stesso registro, ed anche il cantato di Renske, alla lunga, rischia talvolta di risultare un po’ monotono ed apatico, ma siamo pronti a scommettere che si tratti di un risultato più studiato che casuale dai Katatonia, disinteressati ormai da tempo ad evocare atmosfere e sensazioni violente ed aggressive con la loro musica. Perfetto per un invernale giornata di pioggia, “Dethroned And Uncrowned” ci consegna una band che non teme assolutamente di mostrare il suo lato più emotivo e delicato, reinventando in maniera superba un lavoro già di per sé ottimamente realizzato, ed aggiungendo anzi a questo un ulteriore valore aggiunto dato dalla disarmante bellezza di una voce accompagnata solamente dai tristi accordi di una chitarra.


Mark: 7,5/10  



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