Mourning Beloveth - Formless‏



Year: 2013
Genre: Death Doom Metal
Record Label: Grau Records
Sounds like: My Dying Bride, Anathema, Celestial Season (first album)
Rewieved by: Giorgio
Sentence: Shocking

Ci stanno quelle recensioni che mannaggiacristo. Questa è una. Ritornano i Mourning Beloveth che dopo ben cinque anni pubblicano un nuovo disco intitolato Formless. Formless, senza forma, amorfo. Lo prendi. Lo ascolti. Allora inizia il delirio. Ok, Dust e The Sullen Sulcus non si battono, quelli sono capolavori e in quanto tali restano là, come scolpiti, cristallizzati nella loro discografia e soprattutto nella storia del Death Doom che più deve ai My Dying Bride, ma Formless è probabilmente il lavoro più agghiacciante che abbiano mai prodotto. Canzoni lunghissime, tutte a parte la breve Old Rope, oltre i quattordici minuti, che portano alla massima tensione l'ascoltatore, sfibrando e demolendo tutto pezzo per pezzo, con la lentezza di una condanna a morte. Un disco che ti va in loop senza che neanche tu te ne accorga perché ti trascina giù con sé negli abissi più tetri del dolore e della sofferenza.
La violenza psicologica che porta all'annullamento dell'individuo si sprigiona dai solchi di Formless come poche volte nella storia: non c'è un singolo suono, sia di chitarra o di batteria che possa arrecare conforto. Anche le curatissime uscite acustiche piene degli arpeggi classicheggianti che sono un trendmark dei Mourning Beloveth non lasciano che l'angosciante dubbio che il peggio debba ancora venire. Tutto si perde nelle armonizzazioni e nei fraseggi minimali dal sapore tragico che affogano nel growling micidiale di Brennan. Il suddetto Brennan, ormai toltosi definitivamente quell'aria di simil Stainthorpe (non che non ci facesse piacere) che aleggiava sui primi dischi ha trovato il suo stile anche sui puliti, che tuttavia alle volte risulta non troppo azzeccato forse. La voce filtrata dell'inizio Theory of Old Bones forse non è proprio azzecatissima, quindi l'inizio del disco non è eccelso, ma hanno decisamente modo di rifarsi dopo. Quando la violenza psicologia si tramuta in violenza fisica su Old Rope succede il finimondo, con un brano che con l'incedere massiccio e monotono dei suoi accordi risulta ipnotico e terrificante allo stesso tempo. Le sovraincisioni di growl e scream fanno il resto.
Un lavoro maestro per dei maestri.


Mark: 8+/10



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