The Black Dahlia Murder - Ritual


Year : 2011
Genre : Neoclassic Deathcore (?)
Record Label : Metal Blade Records
Sounds Like : If Mozart was a Serial Killer...
Reviewed by : Edoardo
Sentence : A Classic of our Times

Ricordo bene e senza ipocrisie il fatto che non digerii molto il cd alla sua uscita, mi ricordo un paio di singoli, anzi che solo le prime 2 canzoni mi presero e tutto il resto mi fu di tale noia che rimandai semplicemente un giudizio più concreto. Ad anni di distanza Ritual si fa vedere come l'album più ricco di spunti, personale, elaborato, sofisticato e ricercato del combo USA. Le influenze si estendono e un carattere neoclassico pervade tutta la sezione solista ora non più confusionaria ma sognante, jazzy, a volte molto suggestiva. Si unisce anche un sapore black in molti riff con armonizzazioni che tendono a ricordare un poco i Dissection. Già dai ritornelli di A Shrine to Madness e Conspiring With the Damned possiamo intravedere quel gusto proprio di un certo Death Metal melodico di nuovo stampo. Allo stesso modo in Conspiring With the Damned troviamo il difetto più grande che pervade molte delle tracce. L'abbandono totale al Deathcore, rilegato ad un paio di tracce e basta (Malenchanments of the Necrosphere, On Stirring Seas of Salted Blood) ma fatto MOLTO meglio lascia libero spazio ad interludi (odio gli interludi) infiniti, doomy, calibrati per essere sonnecchianti, leggeri e quasi apposta noiosi. Questo è riscontrabile in diverse tracce e funge dal file rouge del cd che si prende una grande pausa da quel tritello immane che erano i due cd precedenti e decide di lavorare veramente su una vera sezione ritmica ed una vera sezione solista riuscendo ad evolvere il proprio sound verso l'assoluta perfezione. Peccato veramente per un finale di lavoro poco esaltante, le conclusive tracce non lasciano soddisfatti (The Raven e Great Burning Nullifier) e sembrano messe su con i riff scartata delle canzoni più quotate del medesimo cd. Si salva con un colpo di reni degno del miglior Buffon con Blood in the Ink per l'eccellente lavoro svolto con i Synth di violino, violoncelli, quello che è, un lavoro d'alta classe che rispecchia la vena neoclassica del cd, vero punto di svolta nella carriera dei nostri. In mezzo al tracklist troviamo inoltre un tributo ai Napalm Death dal titolo Den of the Picquerist un tripudio di Grind/Hardcore di notevole carica.
A parte qualche attimo di smarrimento l'altro neo del cd è il fatto che a differenza dei cd precedenti, tutti, ci mette assai per carburare e fare male, è più un diesel. Rimane ostico a tratti da digerire per la quantità di materiale proposto, è quindi auspicabile un'ottima via di mezzo nel prossimo attesissimo lavoro che dovrà confermare la formula, migliorarla, renderla più d'impatto, omogenea ed esaltante. Non che comunque non manchino esempi di grandi enfasi come il ritornello di The Window.

"I fill the mouth with semen while the head still blinks and shakes ten
seconds is the window another chold has met his fate I hold the grisly teasure skyward have a
laugh into it's face bless all earth's most precious children with my blackened love insane"


Mark : 8.5/10



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