Year : 2013
Genre : Death Metal
Record Label : Blood Harvest, Nuclear Winter Records
Sounds Like : Morbid Angel, Gorguts, Incantation
Reviewed by : Edoardo
Sentence : Altars Of Madness
In Biologia l'Australia è nota come un continente a parte, sviluppatosi a parte con creature a parte proprio perchè raramente contaminate dall'esterno nel corso dei millenni. Un ecosistema praticamente alieno. Anche musicalmente parlando la distanza da tutto e tutti ha generato negli anni dei "mostri", escludendo gli AC/DC diventati inglesi d'adozione, basti pensare agli Psycroptic che inventarono un sound particolarissimo e folle nella Tasmania, forse unico gruppo di tutta quella regione. Stesso caso dei Portal fautori di quello che oggi viene chiamato Post Death Metal (Aevangelist, Mithocondrion, Desolate Shrine, Sulphur Aeon, ultimi Tribulation). Questa caratteristica etnica rende quindi anche band moderne come i Thy Art Is Murder esotiche e particolari, non si sa bene perchè, ma le band australiane in campo estremo hanno un fascino tutto loro.
Qui abbiamo gli Altars che ovviamente propongono Death Metal sulla falsa riga dei Morbid Angel. La maggior ispirazione viene da brani come Where The Slime Lives e God Of Emptiness, i funerei mid tempo quindi. Ad incasinare tutto vi sono delle sterzate Gorgutsiane e passaggi doomy stile Incantation.
Il brodo è ottimo e riuscire a tirare fuori un masterpiece come Khaz'neh non è veramente da tutti. La traccia si prospetta come una delle Hit indiscusse del Death Meta 2013, forte di un richiamo alla già citata Where The Slime Lives gli aggiunge l'ermetismo e il chaos ragionato dei canadesi Gorguts ed in più il break centrale con assolo di batteria è una sborrata. Il lavoro ritmico particolareggiato portato dalla seconda metà della canzone è sicuramente un trademark poichè lo si ritrova anche in Descent (Paramnesia, part I). Questa scelta di tenere i ritmi più marziali possibili da ottime possibilità di espressione alla batteria che a differenza di molte DM band riesce a dare un senso logico a riff più o meno spinti tutti sui 16esimi.
Nonostante momenti d'affossamento e regressione dove si stanzia troppo su lidi melmosi in cui il marasma di terzine e sedicesimi non porta da nessuna parte il cd funziona e scorre nonostante una durata media dei brani assai lunga. La sezione solista viene calibrata molto bene e spezza perfettamente alcune parti troppo diluite.
Per concludere si può dire che il cd è stato pensato e ragionato, non buttato la, la fase di arrangiamento ha permesso di limare alcuni difetti dovuti alla natura stessa della proposta per far arrivare meglio il messaggio. Insieme alle già citate tracce possiamo mettere nella top 3 finale anche Solar Barge per l'ottimo bilanciamento tra furia del blast e marzialità, allorchè si può trarre la conclusione che Paramnesia sia un gran cd....e così è! Anche meglio dell'ultimo degli Incantation a mio parare.
Mark : 8.0/10
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