Eyeconoclast - Drones Of The Awakening


Year : 2013
Genre : Thrash/Death Metal
Record Label : Prosthetic Records
Sounds Like : At The Gates, Testament, Slayer, Desultory
Reviewed by : Edoardo
Sentence : A new Archetype of Thrash Metal

Gli Eyeconoclast sono una band culto nel panorama italiano sia per i nomi in formazione, osannati sia Mercurio che Saul (più noto come produttore di Fleshgod e Hour Of Penance), sia per il fatto che la loro musica si fa attendere e non poco. Il primo Full Lenght risale persino a 5 anni fa! L'ultimo EP ad un paio di anni, comunque è sempre stato troppo tempo, troppa poca attenzione da parte delle label nostrane, poco tempo tra progetti paralleli vari e mazzi di ognuno dei componenti. Confido quindi che il contratto con la Prosthetic metta un po' di pepe sul culo alla band e che questo gli faccia sfornare ottimi lavori con più costanza.
Il cd è stato difficile da assimilare e penso che questo sia stato per colpa di una tracklist mal gestita. Non puoi mettere la canzone col ritornello più figo e più catchy come ULTIMA TRACCIA DIO MAIALE. Tant'è che all'inizio ci va una Proclaiming From Dead Dimensions che si è una buona canzone ma non lascia niente nella mente dell'ascoltatore. Stesso difetto per Rise Of The Orgamechanism che solo con la sezione solista a partire da metà canzone in poi si sveglia un poco. Il fondo viene tocca con la terza traccia Dawn Of The Promethean Artilect in cui ( come non hanno fatto a non notarlo???) bello in apertura c'è un plagio al main riff di Arise.
Poi si vede che si sono svegliati, ci hanno pensato e bene e allora caricato su due canzoni del vecchio EP Anoxic Waters e Sharpening Our Blades On The Mainstream (la migliore ancora del loro cd e la mia preferita della loro discografia). Questo da preludio ad una attenta Obsolesced che non si sbilancia mai e mantiene i trademark classici della band, senza stupire, con un chorous particolare e una sezione solista straripante riesce a conquistare i miei favori senza però farmi gridare al miracolo.
Da qui in poi l'inferno.
Hallucinating In Genetic Disarray è l'inizio di una escalation di brani uno migliore dell'altro. La traccia richiama su di se tutto il sapore Swedish possibile con un paio di giri in sedicesimi proprio vecchia maniera, roba di cui gli At The Gates sarebbero fieri. Pochissimo thrash sino al finale in cui si lancia in uno dei migliori riff del cd accompagnato in maniera esemplare da un Mercurio in quale indovina tutto. Una bella scarica di terzine e si riparte col macello sino ad una chiusura epica e sofferta. Madonna che traccia.
Per mantenere alta la tensione si riprende l'ultima canzone dello scorso EP con Xxx - Manifest Of Involution che fa da pacere tra l'anima Swedish e quella Thrash Metal, la perfetta via di mezzo.
Per la serie "ritornelli a mo At The Gates" Mother Genocidal Machine si rificca in quella scia già solcata dalle altre traccie mettendoci un po' più di blast, quello che precisamente serviva in questo punto del cd, un toccasana per la salute.
Invoking Carnage (Racing Blind) disegna passaggi marcatamente più Thrash accostando però sempre più Blast rispetto le precedenti canzoni, un bel tritello a cui viene alternato altro macello, una delle tracce più letali del cd, una scarica di adrenalina che culmina con un finale sincopato, strano, storto, malato diciamo (sopratutto a livello della batteria).
Poi arriva quella traccia che aspettavi, quella col ritornello che canti sotto il palco, quella che te la fa prende bene e ti mette voglia di uccidere qualcuno. Executioner (Slayer Of The Light) è probabilmente la traccia migliore tra quelle nuove proposte (anche se non è cover), la più semplice e old school ma quella più estremamente memorizzabile ed efficace. A cavallo tra Desultory e Revolting con un pizzico Testament, cover estasiante.
Se la tracklist fosse stata gestita meglio forse alcune sbavature si sarebbero notate meno invece il cd va letto come se fosse un qualcosa di esoterico dal basso verso l'alto per apprezzare appieno l'ennesimo ottimo lavoro della band. Sicuramente con un po' più di tempo avrebbero fatto di meglio, l'impressione infatti è che nonostante sia passato molto tempo da una uscita all'altra alcune parti siano state riempite di fretta senza pensare troppo ai ricami. Fortuna la varietà della sezione ritmica e qualche trovata solista degna di nota, a mio modo di vedere, un pelo sotto il primo cd ma comunque un lavoro che gli estimatori di certe sonorità apprezzeranno.


Mark : 7.5/10




0 commenti:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...