Bloodtruth + Strider + Fleshgod Apocalypse @Urban Club Perugia





I Fleshgod tornano all'ovile. I Nostri sono nativi di Perugia e l'Urban è stato uno dei locali che li ha lanciati e promossi sin da subito, il clima disteso e familiare era percettibile da prima che si suonasse e sicuramente questo ha influito positivamente sullo show.
Curiosità a palla per i neonati Bloodtruth, band brutal (ma dai?), che debutta live proprio questa sera. La forma dei ragazzi (qualcuno non proprio più ragazzo) è ottima e si rispecchia nella prestazione tecnica proposta, il duo Torti-Rossi Ciucci ha macinato sedicesimi come se fossero noccioline, il primo con una doppia cassa triggheratissima e il secondo con riff vecchia scuola. Buona la prestazione anche del bassista Rogari che si è anche mosso bene sul palco non sembrando particolarmente in difficoltà. Il cantato purtroppo, credo per l'acustica, non è riuscito ha sovrastare il muro di suono imponente creato dagli strumentisti ma è comunque riuscito a tenere il fiato per i 30 minuti circa di prestazione bene o male. Un modo molto particolare di cantare e porsi non solo In Your Face ma anche e sopratutto vecchia scuola per lui.
Per gli Strider c'è un "non pervenuto" ,si, ma da parte mia.
I Fleshgod Apocalypse sono quanto di più bello ora il panorama metal italiano ci possa offrire, freschi ed innovativi,tecnici e melodici. La prestazione sopratutto a distanza di un anno da un live Show simile è sconcertante. Francesco Paoli alla batteria è diventato una trivella colossale, un mostro della batteria, qualcosa di altamente disumano sopratutto nel fare quello che fa lui per 50 minuti circa di Show.
Un po pochino ma considerando le velocità e il tasso tecnico ci può stare.
Intro+The Hypocrisy e via con il macello, coordinate teste capellute che si muovono con riffing ben impastato sulle orchestrazione che live non sono così presenti come in cd. Buona la prestazione anche di Paolo Rossi che riesce a tenere testa alle clean vocals in modo degno, senza voler per forza riproporre i toni altissimi del cd da un'ottima idea di ritornello. The Egoism presenta la speciel guest, la corista originale della versione cd, che interviene, canta, scappa, e si prende gli applausi, lasciando a tutti un timpano perforato da un acuto devastante, brava Veronica!

"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"

Del passato la band ripropone Tru Our Scars, Requiem in Sj Minore e In Honour Of Reason , la prestazione di queste canzoni è anch'essa ottima presentando anche riarrangiamenti per l'esecuzioni live di Francesco Ferrini che al tempo collaborava con la band ma non stava in Line Up.
Capelli strappati e urla per l'intro di The Violation che mette il moto la macchina del mosh pit perugino.
A livello solista gli assoli hanno goduto non solo di buonissimi volumi e di nitidezza ma anche di una esecuzione magistrale con Trionfera a ripercorrere tutte le "cascate di note" caratteristiche del suo Guitar Working.
Super chiusura con The Forsaking che lascia tutti a bocca aperta, una prestazione quasi eterea, romantica e commovente di una canzone con chitarre quasi assenti ma che ha saputo tenere il pubblico per tutta la durata con fiato sospeso

"Kill's my aim
My own destination
and I die inside
For my revenge you cry
Spite is spread!
Your pledge of innocence is dead and gone now
I Liberate
my darkest devotion"


Inchini e poi cori di Encore non seguiti da una risposta, il finale dello show lascia tutti accontentati ma non sazi della musica , una prestazione titanica era quello che ci si aspettava da una band che ha condiviso il palco con Suffocation, Decapitated, Aborted, Dying Fetus e altri ed è quello che è arrivato. Respect.



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