Label : Indipendent
Year : 2012
Genre : Technical Death Metal/Progressive Deathcore
Sentence : Cryptopsy are resurrected [7.0]
Dopo il tragico The Unspoken King furono abbandonati sia dalle etichette che dai fan e dovettero chinare il capo dinanzi allo scempio prodotto. Si sa che per rimanere a galla devi anche saper accontentare il pubblico ed ecco che Flo richiama Levasseur e ingaggia Pinard dai Neuraxis. Completata la line up la band ha dovuto raccimolare denaro per potersi permettere il massimo della qualità audio e dopo 4 anni ecco a noi il nuovo album auto titolato dei Cryptopsy.
Le impressioni sull'album non possono che essere positive, da come detto nella recensione del promo il nuovo sound dei Cryptopsy prende da tutti gli Album Pre-The Unspoken King e mischia quel gusto Jazzy alla melodia di Non So Vile e allo stacco ritmato ed un po -core di Once Was Not. Insomma una frullata generale di quelli che sono i Trademark dei nostri.
Il livello medio delle canzoni è abbastanza buono e direi che qualche volta si alza l'asticella su livelli che ben pochi possono concepire come in Shag Harbour's Visitors. 8 tracce valide e varie, ottimamente suonate e prodotte, elogio particolare da fare al mastering che ha permesso di dare il giusto spazio a tutti gli strumenti e una discreta visibilità pure alle evoluzioni del basso.
Cryptopsy è un lavoro tecnicamente ineccepibile ma privo di interpretazione, oltre alla bellezza che possono avere le evoluzioni tecniche degli strumenti il cd non ha ne piega ne senso. Il cantato è uno strumento aggiunto ma anche in generale il tipo di musica proposta prevedete la messa in mostra di capacità tecnico-esecutive ma niente che riguardi con atmosfere. Sembra musica suonata da robot un po per riprendersi dallo shock dell'ultimo cd un po perchè la band non ha Lord Worm, e potete dire quello che cazzo vi pare sul suo cantato ma il piglio maligno ed arcigno di Phobophile provate a darglielo voi.
Artisti smarriti in cerca di una casa (discografica).
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