Label : Endless Winter
Year : 2012
Genre : Funeral Doom Metal
Sentence : Deo volente... Caelo tegi [8.0]
Creatura unica del misteriosissimo mastermind polistrumentista Egregoir de Sang i franco-canadesi Krief de Soli (nome che a quanto pare potrebbe essere tradotto come il Dolore della solitudine, Grief of Sorrow, ma che non riesco a capire da quale lingua provenga) arrivano al secondo full-length Munus Solitudinis e consolidano la loro fedeltà alla label Endless Winter con la quale avevano pubblicato anche il primo disco Procul Este, Profani.... A partire dall'artwork la proposta è tra l'incredibile e lo scioccante: sulla copertina del disco vediamo campeggiare l'immagine di questo frate incappucciato, poi sotto il nome del gruppo, già di per sé incomprensibile e il titolo del disco in latino. Poi se si vanno a sbirciare i titoli delle canzoni e i testi si vede come sostanzialmente tutto il disco sia scritto in latino, ma non finisce qui, in una prolusione di citazioni da vari testi di cui tra tutti campeggia la Bibbia. Possiamo concluderne che i Krief De Soli vadano a inserirsi nel non ben precisato calderone del White Metal? Egregoir de Sang non si sbilancia in proposito, l'ispirazione religiosa c'è ed è evidente, ma resta nel limbo del mistero se sia una cosa cosa sentita oppure soltanto un espediente per rimandare alla mortalità e all'insignificanza dell'uomo come tipico di molto Doom (delle molte croci che hanno campeggiato nella storia del Doom, quelle usate come simbolo religioso non sono un numero altissimo a mio avviso, basti pensare a Black Sabbath, Paradise Lost o Reverend Bizarre).
Musicalmente i Krief de Soli mantengono le coordinate del primo album, presentando un Funeral Doom soffocante basato molto sull'impiego delle tastiere usate molto bene, poiché seppur molto presenti non rendono il disco troppo melodico o sminuiscono la carica plumbea che il gruppo si porta dietro. Il riferimento sovrastutturale per l'impianto del sound viene ovviamente dai maestri Skepticism e dalle loro atmosfere ecclesiastiche di organo, ma quello che si sente anche qua e là è l'influenza di altri gruppi finlandesi come i Tyranny o americani come i Catacombs, autori delle pagine più pesanti di tutto il Funeral mondiale. Certo che però i Krief de Soli non sono da meno e meritano anche loro un posto in questa classifica dei gruppi Funeral più pesanti mai concepiti da mente umana. Infatti gli accordi lentissimi della chitarra, la batteria minimale (che tuttavia non si lascia sfuggire la possibilità di qualche passaggio in doppia cassa), le tastiere onnipresenti e glaciali di ispirazione classicistica condite dal growl soffocante ed intellegibile di Egreogoir de Sang vanno a creare un sound in qualche modo unico, che lascia l'ascoltatore prostrato a terra dinanzi a tanta inconcepibile oppressione. Inoltre la vena classica di Egregoir de Sang trova la sua espressione in alcuni stacchi interni alle canzoni, oppure all'intero primo movimenti del pezzo Vita Memoriae, Exordium Sanctus, con veri e propri passaggi di musica classica per archi e pianoforte. Un disco da ascoltare se amate il Funeral Doom e non vi lasciate spaventare da quanto può essere asfissiante e claustrofobica la proposta musicale di un gruppo.
[Giorgio Gubbiotti]
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