Dorothy - Basta



Label: Indipendent
Year : 2012
Genere: Metalcore/Nu Metal
Sentence: Finalmente il bel tempo a Roma (8.5)

La scena italiana si sà, è sempre stata strana; il nu metal è infatti è un genere ormai obsoleto e superato da anni..ma, nonostante il pensiero diffuso, dai castelli romani, arrivano all'attacco i Dorothy.
I componenti della band castellana si presentano con un buona esperienza all'interno dell'underground romano, capitanati dal colossale Davide Caroccia, cantante dalla voce melodica e potente, capace di rappresentare perfettamente tutti i sentimenti e le emozioni che si sentono attraverso i testi della band, passando da parti vocali melodice a stacchi in scream.
Si autodefiniscono "Nu Metal", ma le influenze Metalcore sono parecchio presenti: prendiamo per esempio "Set Me Free", la traccia presenta una apertura con arpeggi in pulito, una strofa in perfetto stile Limp Bizkit, e a metà pezzo ci si scontra con un breakdown figlio dei Parkway Drive, da perfetto headbanging in slowmotion.
Le influenze della band sono notevoli, partendo dai classici del nu come Limp Bizkit e Deftones (senza disdegnare gli Slipknot, figli comunque di quell'era), ai portabandiera del metalcore Killswitch Engage, Parkway Drive e Threat Signal.
Al contrario di quello che si può pensare, i testi (rigorosamente rappati ed in italiano) trattano perlopiù di amicizia, amore e rabbia, sentimenti comuni e abbastanza diffusi tra i ragazzi che compongono la maggioranza dei fan della band: per esempio pezzi come "Basta" e "Paralleli e Catene" fanno capire quanto l'amore possa essere, nel primo caso, una cosa terribile e, nell'altro, a dir poco meravigliosa, mentre "Troppa Pressione" o "Strana Malattia" esternano sopratutto il lato rabbioso, furioso e rancoroso che molti di noi hanno dentro.
Il songwriting è semplice ma efficace, cosa gradita (che solitamente nel nu metal è totalmente assente) sono gli assoli di chitarra di Juan Pablo, mentre l'altro uomo alla 6 corde, Davide Bastianelli, si occupa perlopiù di reggere ritmiche incalzanti e incazzate.
La batteria è a dir poco mostruosa, probabilmente una delle parti più importanti del sound dei Dorothy, infatti le pelli creano una base solidissima per le ritmiche dei pezzi con un grandissimo groove, pesantemente influenzate dal metal moderno in stile Lamb Of God.
Il bello dell'album è che non esiste canzone skippabile, infatti ogni pezzo è diverso dall'altro, finita una traccia ne inizia una ancora più bella e particolare.
Insomma, gruppi come i Dorothy fanno capire quanto sia strana la scena italiana e sopratutto quanto sappia essere ricca e bella a volte.
Un consiglio spassionato che mi sento di darvi.. se capitate in zona Roma e venite a sapere che si esibiranno, fate il possibile per andare a sentirli!
Assisterete a uno spettacolo a metà tra il delirio e la perfezione, vedendo un cantante di 100 e passa kg seminudo intento a rompere specchi, prendere a cazzotti il pavimento e scendere dal palco per pogare, accompagnato da un plotone di strumentisti che lo seguono con precisione a dir poco inumana!
Non fatevi scappare il loro disco, musica del genere non esce spesso dalla scena italiana.
[Alberto Musso]



0 commenti:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...