Incantation - Vanquish In Vengeance



Label: Listenable Records
Year: 2012
Genre: Death Metal

Cosa ci possiamo dagli Incantation? Death metal, sano death metal, senza compromessi se non nei loro caratteristici tetri rallentamenti. Con questo ultimo sforzo Vanquish in Vengeance che esce a ben sei anni di distanza dal buon predecessore Primordial Domination gli Incantation si riconfermano maestri del loro inconfondibile stile. Forse potranno far storcere il naso a quelli che vogliono che ogni disco sia diverso da quello precedente, ma a me personalmente a me gli Incantation piacciono così come sono: crudi e devastanti. A cominciare dall'artwork veramente stupendo non credo si possano trovare troppi difetti in un disco come questo. I suono sono a mio avviso pressoché perfetti e danno alle chitarre la giusta pienezza sulle parti lente e la necessaria aggressività su quelle veloci. Grande risalto nei riff hanno le dissonanze à la Immolation (introdotte anche dai nostri diverso tempo addietro) e i feedback ossessivi. McEntee alla voce martoria senza sosta col suo growl feroce basso come non mai alle volte tendente a glaciali urla disumane. La batteria si divide tra le parti lente più ambientali e i passaggi veloci ossessivi in pattern estremamente aggressivi, come da buona tradizione Incantation. Le accelerazioni repentine dei tempi riescono sempre a lasciare a bocca aperta per la violenza che riescono a sprigionare. Il basso ha i suoi momenti di gloria come nell'opener Invoked Infinity, nella title-track e anche nell'intro di The Hellions Genesis che è una cosa sempre apprezzabile. Quello che secondo me notevole è come gli Incantation riescano a trovarsi bene in brani di tutte le lunghezze, dalla breve From Hallow Sands (3'14'') alla lunghissima conclusiva Legion of Dis, 11 minuti di martirio sonoro di lentezza esasperante da far invidia a molto doom e soprattutto di rara bellezza, senza mai perdere la loro identità o ancora più importante risultare superflui.
Quindi come c'era da aspettarsi gli Incantation ne mettono a segno un'altra che farà felici tutti gli amanti dell'old school e si mantengono ben saldi sulla vetta dell'Olimpo del Death Metal. Niente di innovativo diranno alcuni. Sti gran cazzi rispondo io: questo è death metal mica prog e si suona così. Un disco fortemente consigliato insieme ad un bel ripasso di tutta la discografia del gruppo di Johnstown che fa sempre bene se vi volete dire amanti del genere.
[Giorgio Gubbiotti] Sentence: Still on the Olympus [8.0]




Essere gli Incantation è semplice e difficile allo stesso momento, i tuoi trademark sono i trademark di molti e per questo li devi conservare ma ad ogni album devi dire qualcosa che non sia stato già detto.
I nostri per un motivo od un'altro hanno fatto passare molti anni prima di un'altro cd tale che l'attesa per Vanquish in Vengeance fosse spasmodica. Mi immagino che se il cd fosse uscito 2 anni dopo Primordial Domination nessuno se ne sarebbe esaltato così tanto, non ci sarebbe stata nessuna euforia, semplice conferma del fatto che sono una delle punte di diamante del Death Metal, punto.
Vanquish in Vengeance per quanto mi riguarda sta due gradini sopra tutti i cd prima per quanto riguarda la produzione, perfetta. Alla fine dei conti però è un po inutile stilare classifiche dato che cd come Blasphemy anche senza produzione da major stanno lassù in alto a guardare tutti o quasi. Che dire di Vanquish in Vengeance? E' un cd che sprigiona inizialmente un'ottima carica con Invoked Infinity/Ascend into the Eternal e Progeny of Tyranny ad infiammare l'ascolto e lanciarlo presso i lidi oscuri ed inarrivabile che la band di McEntee si può dire abbia forgiato. Transcend into Absolute Dissolution è un granfottuto low tempo, non troppo pachidermico come ci si aspetterebbe ma ottimamente architettato con bending e stacchi di batteria a dare dinamicità e forza al growling profondo e cavernicolo. Ottima la sezione solista nella canzone che si lancia nelle soliste sferzate Made in Slayer con tremolii e note lunghe. 
Delude un po la title track di Vanquish In Vengeance che non ha quella carica che ci si poteva aspettare, il riffing è un po spento e molto scontato. Ottima dal punto di vista live sarà sicuramente From Hollow Sands ,che qui si, spinge sull'acceleratore mostrando un'ottima forma di tutto il combo anche alle velocità più alte con un tripudio di sedicesimi che non si stoppa quasi mai.
La finale Legion of Dis ci ripresenta il trademark più distintivo del combo con la solita ultima traccia monolitica e straziante, erede di Unto Infinite Twilight - Majesty Of Infernal Damnation e Abolishment Of Immaculate Serenity non che di Uprising Heresy (ma qui siamo ad apici quasi inarrivabili dove il vuoto e la desolazione lasciano l'ascoltatore basito e marmoreo in attesa della fine). Legion of Dis nel suoi 11 minuti cerca di non far morire l'ascoltatore ma portarlo nel baratro molto lentamente, silente e rumorosa. Una pietra tombale d'alta classe che i due cd prima non ci avevano saputo regalare.
[Il capo] Sentence : lovely dark days with Incantation, no one can be more Heavier [7.5]




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