Hypocrisy - End Of Disclosure



Year: 2013
Genre: melodic death metal
Record label: Nuclear Blast
Sounds like: Hypocrisy dal disco omonimo in poi
Reviewed by: Matteo
Sentence: tutto quello che potreste aspettarvi dagli Hypocrisy!

 Ed eccoci al cospetto di un altro dei ritorni più attesi del 2013. Il dodicesimo parto degli Hypocrisy si assesta sulle coordinate stilistiche tracciate dalla band da tre dischi a questa parte. Già, “End Of Disclosure” è forte delle idee messe in musica dalla creatura di Peter Tägtgren dal 2004 in poi. Troverete brani veloci e mazzolanti come “Tales Of Thy Spineless” e “When Death Calls”, ove i riff si susseguono con una naturalezza impressionante, ed episodi più lenti quali la titletrack e “The Return”, palesemente incentrati sulla costruzione dell’atmosfera, in questo suggeriti da dischi come “Hypocrisy” e “The Arrival”. Non mancano nemmeno momenti più pachidermici come “Hell Is Where I Stay”, tosto e monolitico alla stregua di molti pezzi di “A Taste Of Extreme Divinity”. Nemmeno a parlarne, “End Of Disclosure” è pieno di ritornelli e melodie memorabili che vi entreranno in testa e che vi ritroverete a canticchiare più e più volte. Per me “44 Double Zero” è stato davvero deleterio in tal senso! Menzione di merito per la voce di Peter, ma questo si poteva immaginare: il growl è profondo e caldo e lo scream lancinante ed incisivo. Al solito, no? Entrambi vi pettineranno come hanno fatto in molti altri frangenti, non preoccupatevi. Gli adorabili urlacci di Peter sono qui apposta per farci gasare. Mi si consenta una breve osservazione: sono assai curiose e divertenti le reminescenze amon amarthiane in “The Return” e “Living Dead”, la legnata finale dell’edizione in digipack.
Insomma, un disco pienamente riuscito. Sono molto contento di poter scrivere queste righe, considerando che l’impressione ricavata dai primi ascolti si era rivelata tutt’altro che positiva. “Non un ritornello o un riff che ti entra in testa!”, ecco cosa avevo pensato. Era da parecchio che non tornavo così sui miei passi! Chiusa la parentesi, su “End Of Disclosure” c’è poco altro da dire: se avete sempre apprezzato gli Hypocrisy, fatelo vostro. Ennesima conferma da una band coerente, che quasi mai si è adagiata sugli allori e che è sempre stata in grado di trovare novità e sorprese in grado di rendere unici i propri lavori. Avanti così, inarrestabili!


Mark: 8/10




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