Vulvectomy - Abusing Dismembered Beauties



Year : 2013
Genre : Slam Brutal Death
Record Label : Sevared Records
Sounds Like : Devourment, Pathology
Reviewed by : Edoardo De Nardi
Sentence : Squadra che vince non si cambia…

Che il Sud Italia sia diventato per certi versi la Florida d’Europa è cosa ormai abbastanza chiara già da diversi anni, grazie alla nascita e lo sviluppo di bands death e brutal veramente ottime provenienti dal meridione: basti pensare a realtà come Zora, Exhumer ed i seminali Natron (sulle scene ormai da oltre 20 anni), senza considerare i qui presenti Vulvectomy. I ragazzi di Bari infatti, grazie ad una costanza ed una tenacia piuttosto marcata, sono riusciti a diventare un nome di spicco del panorama mondiale all’interno del sottogenere brutal-death denominato “slam”. Sapete quindi cosa aspettarvi dalle 8 tracce contenute in “Abusing Dismembered Beauties”: partenze al fulmicotone e ritmiche forsennate alternate agli immancabili break iper-cadenzati che hanno fatto la fortuna anni addietro di band come Devourment e più recentemente, di gruppi come Abominable Putridity e Pathology. Forti di un rinnovato contratto con Sevared Records, nome di punta per il genere in questione, i Vulvectomy realizzano un album certamente più maturo e studiato rispetto al precedente “Post-Abortion Slut Fuck”: il songwriting si è fatto più snello, l’alternanza di parti veloci e cadenzate è stata bilanciata con interessanti riffs di “intermezzo”, né troppo veloci né spudoratamente votati allo scapeggio selvaggio. Una sorta di “mid tempos” che i baresi hanno adoperato con acume, rendendo i brani del nuovo cd variegati e ritmicamente più complessi rispetto al predecessore. Si ascolti a questo proposito la furia bruciante dell’opener “Split-Thickened Vulvar Skin” o la pazzia congenita del brano “Deformed Tits Collection”, la migliore del platter a parere di chi scrive. Volendo trovare il pelo nell’uovo, possiamo notare, parallelamente alla già detta evoluzione rispetto al precedente full-lenght, una sorta di appiattimento a livello compositivo, che porta i Vulvectomy a creare pezzi semplici e coivolgenti, ma talvolta un po’ ripetitivi e fini a se stessi come struttura: una volta capita la formula riff veloce-pesata-riff intermedio-pesata, si può notare come gli ingredienti rimangano fondamentalmente gli stessi per ogni brano, al più variati nel loro ordine. Tuttavia, considerata l’esigua durata della scaletta (mezz’ora scarsa di musica) e l’indiscutibile maestria e competenza dei Nostri nel confezionare brani “slam”, possiamo affermare senza problemi che si tratta di nei compositivi assolutamente imprescindibili, che vanno ad intaccare in minima parte il voto finale di “Abusing Dismembered Beauties”, che rimane a tutti gli effetti una delle uscite fondamentali per tutti gli amanti di sonorità estreme e brutali. Vedremo se in un prossimo futuro i Vulvectomy riusciranno ad aggiungere un pizzico di varietà in più ai loro lavori: per adesso comunque, il risultato è più che soddisfacente.


Mark : 7.5/10



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