Year : 2013
Genre : Gothic Metal (?)
Record Label : Napalm Records
Sounds Like : Octavia Sperati, The Gathering
Reviewed by : Giulio Valeri
Sentence : Tristania strikes back!
I Tristania non sono di certo un gruppo che ha bisogno di presentazioni: si tratta semplicemente di uno dei migliori gruppi gothic in circolazione, se non “il”, quando quest'ultimo era ancora materia genuina e non un qualcosa su cui speculare all'inverosimile. Inutile negarlo: ogni volta che ci si ritrova a parlare del gothic metal che conta spesso lo si fa al passato, interrogandosi su come sia stato possibile snaturare un genere nato con caratteristiche assolutamente differenti rispetto a quelle che presenta oggi nella maggior parte dei casi. In questo senso, i Tristania si sono sempre difesi anche quando i loro colleghi si sono preoccupati di addolcire eccessivamente la pillola. Alla totale scomparsa delle harsh vocals, loro rispondevano mantenendo i duetti tra la soave voce di Vibeke e le urla di Ingebrethsen, alla comparsa di ritornelli catchy e molto vicino al pop, rispondevano invece con una proposta magari meno pesante rispetto agli esordi, ma sempre degna di interesse, in continua evoluzione e, cosa più importante, dotata di un certo fascino. Tutto questo fino all'uscita di “Rubicon”, primo disco senza la storica cantante del gruppo, sostituita dalla nostrana Mariangela De Murtas, che pur dotato di buoni spunti qua e là, fece scivolare i Nostri in quel calderone che è appunto il gothic odierno. A tre anni di distanza dal discutibile predecessore, la diffidenza con cui ci si avvicina all'ascolto del nuovo “Darkest White” è giustificabilmente alta, visto che la paura di ascoltare un “Rubicon” parte seconda c'è. Ma i Tristania sono un gruppo troppo intelligente per non imparare dai propri errori, e sin dalla prima traccia, la favolosa “Number”, si capisce che sono riusciti a rimettersi in carreggiata: le chitarre sono incazzate come non mai, lo scream di Hilde invasatissimo, la voce della De Murtas di una potenza invidiabile (incredibile come Mariangela riesca a spingere tanto forte sul suo diaframma) e le tastiere ridotte al lumicino (forse troppo). Si prosegue così con una titletrack degna di nota, dove abbiamo modo di ascoltare le più che soddisfacenti clean vocals di Kjetil Nordhus, che se qui sono molto vicine ad uno Snowy Shaw di “Gothic Kabbalah”, nella successiva “Himmelfall” non fanno certo rimpiangere il vecchio cantante della band Bergøy. Bellissima anche “Requiem”, forte di un ritornello davvero azzeccato. Ottime anche l'interessante “Diagnosis”e le conclusive “Cypher” e “Artheries”, dove le atmosfere si fanno sempre più enigmatiche e la performance canora viene interamente affidata a Nordhus e Hilde. Insomma, i Tristania sono tornati con un album davvero valido, che con il gothic degli esordi poco o nulla c'entra, confermando di essere un gruppo che non ha nessuna paura di progredire. Se a tutto questo aggiungiamo che i rivali Sirenia hanno sfornato da pochissimo un buon album (anche se con tanta melassa made in Nuclear Blast) dopo tre uscite non proprio esaltanti e l'annunciato ritorno in scena di Vibeke con i God Of Atheists (supergruppo in cui militano I.C.S Vortex e Ihsahn) è facile dedurre che per il metal capitanato da gentil donzelle c'è ancora speranza. Se siete di ampie vedute “Darkest White” è un disco assolutamente da ascoltare, anche solo per avere la prova tangibile che gruppi di talento nell'universo delle female fronted metal band attuali, innegabile paradiso per le finanze delle label hard'n heavy, ancora ci sono.
Mark: 7,5/10
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