Clutch – Earth Rocker


Year : 2013
Genre : Rock
Record Label Weathermaker Music
Sounds Like : Clutch
Reviewed by : Filippo Capponi Brunetti
Sentence :“ ‘Earth Rocker’ means ‘I’m a lifer, come hell or high water’ “

“ ‘Earth Rocker’ means ‘I’m a lifer, come hell or high water’ “ ci confida il barbuto singer Neil Fallon, parlando sia del carattere dell’ultima (la decima) creatura in studio del quartetto del Maryland, sia dell’attitudine del vero rocker: immediatezza, impegno, convinzione, e la concretezza necessaria per portare il proprio lavoro sul palco, l’unico banco di prova che si rispetti. “If you’re gonna do it, you better take it to the stage, or don’t do it at all”, insomma, e I Clutch sanno alla perfezione la propria lezione, propinandoci tre quarti d’ora di assalti rock tra i più convincenti e diretti che abbiano mai sfornato in vent’anni e più di onoratissima carriera: tralasciate le elucubrazioni liriche e il sound più complesso del penultimo “Strange Cousins from the West”, i nostri hanno deciso di adottare un approccio differente nella realizzazione di Earth Rocker, registrando tutte le tracce strumentali separatamente, parti vocali comprese, per poi amalgamare tutto in studio. Nonostante non sembri esattamente la cosa più immediata del mondo, questa tattica ha permesso alla band di entrare in studio con le idee chiarissime e i pezzi praticamente pronti; una decisa alzata di gain, ed ecco un disco rock caldissimo di alta (e vecchia) scuola, ingrassato di blues, e strutturato come le grandi hit del passato, con l’A-side dell’ipotetico vinile dedicato all’assalto frontale dell’audience: la title track è dichiarazione d’intenti e vademecum del rocker, “Crucial Velocity” un roboante tributo alle muscle cars che insieme alla precedente promette sfracelli dal vivo, “Mr. Freedom” e “D.C. Sound Attack” taglienti e ironiche critiche all’establishment cui Neil ci ha abituato negli anni, “Unto the Breach” colonna sonora ideale per un futuristico secondo round a Porta Pia. “Gone Cold”, intensa e struggente ballad (liricamente ineccepibile, sia benedetta in eterno la penna del buon Fallon), ci introduce alla seconda parte dell’album, decisamente meno all’arma bianca e più evocativa: “The Face” è l’epica del rock condensata in un ritornello eccezionale, semplicemente perfetta, mentre il poker “Book, Saddle & Go”, “Oh Isabella”, “Cyborg Bette” e “The Wolf Man kindly requests” ci mostra il lato più narrativo del combo di Germantown, tra epopea Western, naufragi, amanti robot e romantici licantropi, e ci fa notare ed apprezzare la capacità della band di creare un mood musicale coerente con ogni storia raccontata, magari meno “spinto” delle opener, ma di presa sicurissima. Insomma, bentornati Clutch, con tanti fatti da portare sui palchi del mondo e le chiacchiere che tornano alla loro consona cifra.


Mark : 9/10



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