Di tuffi negli anni 70 se ne fanno sempre più, qualcuno gradevole, qualcuno meno, a quelli che riescono a far vedere come un stile musicale seppur immediatamente riconoscibile dalle prime quattro note abbia ancora qualcosa da dire va tutto il mio plauso. Il caso è sicuramente quello degli Orchid, che con il loro ultimo lavoro hanno quasi messo completamente da parte il Doom in favore dell'HR settatiano. In questo senso si muove anche il debutto degli italiani Return From The Grave (nome forse un po' lunghetto per un gruppo di questa ispirazione) dove si ha appunto la fusione dei Black Sabbath più rockeggianti con un pizzico di stoner. Il sound globale si attesta appunto nella vena degli Orchid (soprattutto quelli di Capricon, visto che stiamo parlando di un lavoro del 2012, quindi prima dell'uscita di The Mouths Of Madness) ed è decisamente di atmosfera.
Seppur autoprodotto The Rebirth From The Last Breath si avvale di una produzione decisamente buona, soprattutto sul fronte delle chitarre, che marcano bene il territorio senza esitazioni a suon di riffoni pieni e decisi, mai troppo complessi o involuti, soprattutto nelle parti più tendenti al metal. Il basso purtroppo è abbastanza assente quando invece sappiamo tutti come il fraseggiare di Geezer Butler abbia fatto la storia e quindi in questo genere è un po' una pecca. La batteria non emerge particolarmente, ma fa il suo lavoro con uno stile abbastanza particolare molto improntato sull'uso dei piatti più che dei tamburi. La voce merita un discorso un po' a parte. Nella prima parte del disco risulta a mio avviso vagamente sottotono senza trovare una sua dimensione precisa tra il tecnicismo Hard Rock e le lamentazioni in stile Ozzy. Nella seconda parte del disco sembra invece trovarsi più nella sua dimensione, abbandonando i toni più alti in favore di uno stile più ruvido e di ambiente. Questo lascia la sensazione di un disco in fieri che va migliorando di canzone in canzone. Come esordio decisamente buono, c'è da sperare che sotto contratto i Return From The Grave possano fare ancora meglio.
Year: 2012
Genre: Classical/Stoner Doom Metal
Record Label: Self-produced
Sounds like: Black Sabbath, Orchid
Rewieved by: Giorgio
Sentence: Retro mania infecting everyone!
Mark: 7.0
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