Label : Century Media Records
Year : 2012
Genre : Black Metal
Sentence : A Dark Devolution of Evolution [8.0]
Personalmente non mi aspettavo nulla di buono da Blake Judd e da i suoi Nachtmystium, e prima di parlare veramente di Silencing Machine mi sento l’obbligo di fare un piccolo preambolo:
Dopo’’ Instinct:Decay’’ del 2006 i nostri Blackster passano con la Century Media Records, una grossa etichetta indipendente americana e dopo un ep in pieno stile Nachtmystium vediamo l’uscita di ‘’Assassins: Black Meddle Part I’’, un disco che segna un sostanziale cambiamento, un sound più attento a certe atmosfere rock psichedeliche moderne con una produzione molto più pulita, Assassins in pratica è una sorta di evoluzione, ma poi, l’anno seguente (2008) esce un ep che ricalca in maniera sommaria la vecchia strada e difatti viene pubblicato con la precedente etichetta. L’anno dopo invece fanno uscire un altro full length sempre con la Century Media, ‘’Addicts: Black Meddle Part II’’ dove le influenze rock psichedeliche si fanno molto più forti, rallentando il tiro in molti brani e con un uso ancora più massiccio di elettronica che con Blake Judd e compagnia ci stà tutta, statici loro ,non lo sono mai stati.
Ora indipendentemente dai giudizi personali e dal gusto ,sembrava che i Nachtmystium volessero cambiare radicalmente strada. Fin qui tutto regolare, ma, prima dell’uscita di Silencing Machine avevano fatto uscire tra il 2010 e il 2012 un live album, uno split con i Murmur (bellissimo e consigliato, ma assolutamente sul vecchio stile) e un singolo. Già un singolo, ‘’As Made’’ (questo non è consigliato) da il suono molto tendente all’industrial rock e altamente semplicistico, sicuramente il loro pezzo peggiore, e lì ammetto di aver sperato che quello non fosse il primo assaggio del prossimo disco.
Per fortuna mi sbagliavo.
Con Silencing Machine abbiamo l’erede naturale di quello che è stato ‘’Instinct:Decay’’, e non di ‘’Addicts: Black Meddle Part II’’ e nemmeno del suo predecessore, diciamo che l’evoluzione è stata ridimensionata, il suono generale è molto più ruvido dei lavori antecedenti , il tutto aiutato da una produzione eccelsa che ha fuso le due facce della medaglia, niente suona come finto e niente si fa fatica a sentire, è tutto chiaro perfettamente quanto basta, un lavoro davvero ottimo in sede di studio.
L’elettronica è praticamente assente o almeno non ricopre ruoli d’importanza nei vari brani e quando si è trattato di pestare i nostri non si sono tirati indietro.
L’album và ascoltato dalla prima all’ultima traccia possibilmente con gli occhi chiusi, non ci sono reali singoli, i pezzi sono tutti validissimi e tutti ti portano nello stesso posto, nei meandi oscuri della propria mente.
Gran disco.Un passo indietro , forse, ma fatto veramente bene.
Ora dopo tutti questi elogi, a cosa è servito in realtà il preambolo iniziale? I Nachmystium sono secondo me una band molto molto inteligente, sia a livello musicale che di marketing. Da quattro anni a questa parte hanno provato con tutti quei strani album sperimentali ed ep e split vecchio stampo a sondare il terreno, e, avendo avuto una risposta negativa con certe sperimentazioni hanno deciso di abbassare il tiro (e magari tornare a picchiare di più). Ora questa cosa si può prendere in due maniere o schifando il modo , permettetemi il termine, paraculo con il quale agiscono oppure gondendosi la loro sempre (o quasi) ottima musica.
Prendete per mano Blake Judd e andate con lui, sempre se avete coraggio.
[Paolo Lombardi]
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