Dark Tranquillity - Construct


Year : 2013
Genre : Melodic Death Metal
Record Label : Century Media Records
Sounds Like : Dark Tranquillity
Reviewed by : Edoardo De Nardi
Sentence: Total Tranquillity!

Dark Tranquillity, anno 2013. Dopo ben 22 anni di carriera in cui i Nostri hanno definito, rimodellato ed adesso sconvolto le coordinate stilistiche del cosìdetto melodic death metal, ci troviamo tra le mani la decima uscita discografica della band, edita dalla ormai fedelissima Century Media che pubblica con continuità i dischi della band dallo storico “Projector” del 1999 e per la quale il quintetto di Gothenburg rappresenta sicuramente la punta di diamante del proprio roster.
Prendendo come metro di paragone proprio alcuni dei full-lenght più celebri ed acclamati dai fans, come “The Gallery”, il sopracitato “Projector” o “Haven”, risulta impossibile non registrare un profondo cambio stilistico che, da alcuni album a questa parte, sta interessando il processo compositivo degli svedesi, sempre più propensi verso il “melodic” e sempre meno verso la componente death metal del proprio sound. Già alcuni spunti di “Fiction” e molte parti del precedente “We Are The Void” ci avevano mostrato la fascinazione subita dai Dark Tranquillity verso lidi radiofonici e soprattutto elettronici, con numerosi momenti dediti a vere e proprie atmosfere algide o futuristiche, accompagnate però nel sottosuolo sempre dall’anima più dura e gagliarda della band. “Construct” invece, ci presenta un lotto di canzoni assolutamente votate alla melodia nel senso più “mainstream” del termine, con buona pace per tutti gli appassionati della prima ora che amavano le ritmiche telluriche ed aggressive dei primi lavori. Oggi, di ritmico è rimasto ben poco, delle prime, indimenticabili partiture delle canzoni degli esordi rimane solamente un vago sentore nei momenti più concitati del cd, invero molto sporadici e contenuti.
Si parte con una doppietta iniziale emblematica di quanto detto fin’ora: “For Broken Words” tenta di giocare su di un’atmosfera sinuosa e sensuale con risultati alterni, mentre “The Science Of Noise”, dopo una partenza che lascia ben sperare, si arena rapidamente sull’ennesimo mid-tempo che caratterizzerà ogni canzone dell’album. Dopo di questi è il turno di “Uniformity”, primo singolo di “Construct” sentito in Rete già da qualche tempo: anche in questo caso, i Dark Tranquillity giocano l’intero brano su melodie e refrain facilmente memorizzabili, affidando alla calda voce di Mikael Stanne il grosso del lavoro. Si tratta tuttavia di un singolo abbastanza piacevole e delicato, apprezzato sicuramente dai fans dell’ultima ora del quintetto svedese. I toni si fanno più concitati ed incazzosi nelle successive “The Silence In Between” e “Apathetic”, ma si tratta di accelerazioni effimere, in quanto, dopo pochi secondi di rabbia musicale, si torna alla solita minestra riscaldata, così come in “Endtime Hearts” e “State Of Rust”, forse le due canzoni più vicine al vecchio stile della band, ma comunque profondamente influenzate dal nuovo corso stilistico. Chiudono il discorso “Weight Of The End” e “None Becoming”, che sulla falsariga dei brani iniziali, ci portano con dignità al termine di questo “Construct”. Nei quarantadue minuti di musica proposti, i Dark Tranquillity ci presentano del materiale certamente manieristico ed un po’ spompato, che per uso melodico delle chitarre e quasi totale assenza di comparto ritmico, ricorda più un gruppo (melodic) black metal che non una delle prime icone del “Gothenburg-sound” dei tempi che furono: ciònonostante, non si può negare l’indubbia classe e maestria con la quale questi svedesi concepiscono, scrivono e pubblicano musica che, per gli innumerevoli band-clone di Stanne e soci, rimane solamente un lontano miraggio.


Mark: 6,5/10


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