August Burns Red - Constellations


Label : Solid State Records
Year : 2009
Genere : Metalcore
Sentence : An Epic Win [8.5]

E' facile parlare del Metalcore come un genere che ha tante band inutili, di massa, privo di un perchè.
Bisogna trovare però anche chi il genere lo ha plasmato e gli ha dato una identità, bisogna riconoscere lo sforzo di alcune persone che per il Metalcore hanno dato l'anima e sfornato capolavori, poco si sottolinea infatti come ci siano dei Masterpiece anche in questo genere.
Se vogliamo mettere i puntini sulle I il Metalcore non è il Metal-Hardcore di Suicidal Tendecies ne tanto meno quello dei Raised Fist,  è quello di Trivium, Killswitch Engage, Atreyu ecc, insomma, l'ondata che va dal 2000 ad oggi con capostipite se vogliamo le melodie di In Flames e gli stacchi dei Pantera.
Fatto questo ampio preambolo è ora di parlare di Constellations, gli ABR sono uno di quei classici gruppi dati come meteore ma poi diventati delle vere icone del genere, band da cui non si può fuggire, capolavori su capolavori.
Gli August Burns Red iniziano la loro carriera martellandoci di Hardcore e sferzate melodiche in armonizzazione, proseguono i loro intenti abbandonando sempre più il richiamo all'Hardcore ed abbracciando uno stile più tecnico e maggiormente Swedish Oriented. Constellations rappresenta uno dei punti più alti del Metalcore, al pari col suo successore Leveler anche se esso presenta diversi cambiamenti ed un tasso tecnico ancor maggiore. Constellations dal canto suo è molto equilibrato e sa dosare perfettamente ogni parte, non eccede mai ed è composto da una tracklist di canzoni non tanto perfette perchè stupende ma quanto perchè l'una è funzionale all'altra.
Per quanto Existence e Thirty and Seven siano un bel pugno in faccia, il primo vero cazzotto nello stomaco si prende con Ocean of Apathy in cui vari arpeggi veloci e qualche rapido blast annientano ogni possibilità di staccarsi dall'ascolto, il chorous finale poi attacca in modo selvaggio ed è facilmente cantabile già dal secondo ascolto.
White Washed è un mid tempo geniale per stabilizzare l'ascoltatore che si è troppo fomentato, gioca sulle armonizzazione ed anche essa punta su arpeggi ma in chiave più lenta e malinconica, ci trasporta con grande facilità senza stupire, ma divertendo, a Marianas Trench che si presenta in modo ancor più pacato della traccia precedente. Ottima per il gioco ritmico e l'incastro tra cantato e riffing stoppato, devastante quando decide di voler pestare l'acceleratore, delicata quando invece vuole distendere i nervi con una parte solista molto classicista, scale neomelodiche e riffing Swedish non sono mai andati così d'accordo.
The Escape Artist risveglia anche i morti, è una scarica di adrenalina necessaria per rimettere le cose in chiaro, qui si vuole far del male, non solo carezze e coccole, stacchi spezza collo e growling profondo caratterizzano il pezzo che si presenta come uno dei più acidi ed aggressivi mai scritti dal gruppo, peccato solo si perda un poco nel finale.
Indonesia è l'antipasto di Paradox, il riffing disegna ritmiche melodeath e aggiunge stacchi corposi, non una traccia spaziale ma essenziale per mantenere alta la concentrazione.
Paradox segue le medesime linee della canzone precedente ma con un pizzico di ispirazione in più, questo sopratutto grazie ad un cantato energico e ottimamente spartito nelle varie sezioni della canzone lasciando alle chitarre il giusto spazio.
Con la successiva Meridian si torna a frenare gli istinti animaleschi dati dalle canzoni precedenti. L'ottimo gusto melodico e il gioco tra chitarre in clean e distorte vince e anche i brevi pezzi in clean vocals sono una boccata d'aria, la traccia non accelera mai ma si lascia gustare così, con le armonizzazioni a far da cardine lasciandosi assaporare nei giri.
Il cd conclude con un trittico di canzoni che metterebbe al tappeto chiunque, dopo questo niente può essere meglio, la degna chiusura per un cd, il meglio è giustamente arrivato ed alla fine come coronamento di un cd. Rationalist si presenta con uno dei riff metalcore più belli nella storia posto proprio dopo la prima strofa, anche il chorous viaggia su altissimi standard con un retrogusto neomelodico decisamente azzeccato.
Di seguito si fa largo la traccia più nota da tutti del cd, Meddler, carica da morire con una intro che ti fa venir voglia di prendere a cazzotti a qualcuno ed esplode solamente nella strofa dopo vari riff incastrati tra loro.
La scelta melodica è divinamente azzeccata, tutti i riff sono messi nel giusto ordine, non una nota è sbagliata, meglio di così la canzone non poteva venire fuori. Punto cardine del brano è lo stacco centrale che presenta ancora una volta un gusto melodico che in POCHISSIMI hanno.
Chiude Crusades che come White Washed alterna arpeggi a varie scazzottate, un ottima ending song, non una Hit ma l'alternarsi delle ritmiche mette a tacere lo stomaco, sazi di tutto quello che si poteva aspettare dalla band, osservati tutti i tipi di stacchi possibili, apprezzati i passaggi, le armonizzazioni, niente in più può essere aggiunto, questo cd è IL metalcore, prendetelo come una bibbia.



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