Label : Stygian Crypt Production
Year : 2011
Genre : Atmospheric Death/Black Metal
Sentence : Good, but too Summoning [6.5]
Provenienti dall'Ungheria gli Shambless pubblicano (e ripubblicano visto che la prima edizione di questo disco che non era uscita dalla madrepatria nel 2011), il loro terzo full lenght in cui propongono il loro Death/Black atmosferico. Intendiamoci il termine atmosferico può voler dire mille cose differenti ad esempio c'è chi considera atmosferici i The Monolithe Deathcult quando sono palesemente industriali nel senso che buttano là elettronica a quintali nel mezzo di un chiusissimo Death Metal all'americana. Qua invece con Shambless siamo in senso totalmente opposto, in versione più anti-moderna che modernista: l'influenza grossa arriva infatti dal folk europeo e vede intervallare passaggi di metal estremo (anche se spesso stemperati usando un'abbondante dose di tastiere) a pezzi acustici con l'uso preponderante della voce pulita. L'atmosfera è sostenuta dal concept sugli elfi (tutto il disco è cantanto in una qualche lingua elfica inventata dal fondatore compositore unico Arvellss. Non per fare il pignolo però devo dire che trovo questa scelta quasi troppo scontata, anche perché il concept degli elfi è ormai decisamente abusato.
L'accostamento più ovvio che si può fare è quello con coloro che questo genere l'hanno più sfruttato ossia gli austriaci Summoning solo con qualche pizzico di Death Metal in più (udibile nei riff e nel growling che ben poco ha di Black metal). Tuttavia sebbene alcune idee siano buone l'influenza dei Summoining sul gruppo sembra anche troppo asfissiante. Questo spinge gli Shambless a replicare delle strutture che hanno un po' del già sentito e ad annegare molti passaggi che sarebbero stati belli anche senza in un mare di tastiere micidiali. Le parti acustiche sono ben curate, ma su alcune ci si affida un po' troppo alla ripetività come metodo di creazione di atmosfera ad esempio sulla lunghissima traccia finale Comendalia Inebardes Terbavemora dove i vocalizzi dopo un po' diventano eccessivi. Il risultato finale è da intendersi comunque di buon livello, cioè si fa apprezzare bene e nononstante qualche passaggio sia un po' legnoso il disco nel complesso scorre bene alcune parti sono realmente molto epiche e ben riuscite. In sé Menra Eneidalen è un buon sottofondo, come penso fosse intenzione del gruppo, tuttavia se gli Shambless fossero riusciti a essere più concisi non avrebbe guastato, come così si poteva dare più risalto a quelle parti lievemente più agressive.
[Giorgio Gubbiotti]
0 commenti:
Post a Comment