Year: 2013
Genre: Symphonic death metal (?)
Record Label: Massacre Records
Sounds Like : Kalmah, Amorphis
Reviewed by: Giulio Valeri
Sentence: Nice work!
Gli Eternal Tears of Sorrow non sono certo degli sconosciuti all'interno della scena melodica finlandese. Eppure, nonostante tutti gli sforzi fatti per consegnare all'ascoltatore dischi di ottima fattura, i sei sono sempre rimasti, ingiustamente, nell'ombra di quelli che ora sono diventati i loro altolocati colleghi. Il caso è quantomeno curioso visto che fino a una decina di anni fa, il monicker in questione figurava nei ringraziamenti dei booklet di gruppi come Nightwish e Sonata Arctica. Se a tutto ciò aggiungiamo che due membri degli Eternal hanno fatto anche parte di un super gruppo gothic chiamato For My Pain... ,dove alle tastiere figurava un certo Tuomas Holopainen ancora non afflitto dal discutibile egocentrismo che oggi lo contraddistingue, la faccenda si complica. Certo, gli Eternal Tears of Sorrow non fanno power, non nel senso più ortodosso del termine, ma c'è anche da dire che la loro proposta è facilmente digeribile anche da chi scappa a gambe levate al solo udire di uno scream o di un growl (la voce sporca di Veteläinen è tutto sommato innocua). Con delle premesse del genere fa comunque piacere constatare che i Nostri non siano ancora stati fagocitati dal colosso Nuclear Blast, sempre ben attento a non lasciarsi sfuggire gruppi simili. In quanto ascoltatori e ricercatori di musica di buona qualità, possiamo infatti solo sperare che il connubio tra la label tedesca e gli Eternal non avvenga mai o che sia previsto chissà quando in un lontano futuro. Troppe volte ci è capitato di assistere impotenti ad alcuni cambiamenti più o meno radicali e di dubbio gusto ad opera di realtà finite sotto contratto con quest'etichetta ( a buon intenditor poche parole). Fortunatamente per chi ascolta però, gli Eternal Tears of Sorrow ancora non sono stati afflitti dal “morbo Nuclear Blast” e con questo “Saivon Lapsi”, degno successore di “Children of the Dark Waters”, ne danno ampia conferma, dimostrando ancora una volta come sia possibile comporre un metal melodico originale, di ottima qualità e privo di qualsivoglia pacchianità in una scena più che mai satura ed esausta. Come in tutte le loro uscite più recenti, le grandi protagoniste del disco sono le tastiere, da sempre marchio di fabbrica del gruppo e divinamente impiegate. E' infatti incredibile il risultato che Janne Tolsa riesce a ricavare da quest'ultime: si parla di un'ampia gamma di sonorità, di synth, pad e orchestrazioni capaci di catapultare l'ascoltatore sotto le aurore boreali del nord della Finlandia, anche grazie a suggestioni gotiche e virtuosismi dal fascino a dir poco magnetico. La voce pulita di Kylmänen garantisce inoltre memorabili ritornelli e strofe ispirate che tengono ben lontano lo spettro della melassa gratuita e a tutti i costi del metal melodico degli ultimi tempi, aiutando a mantenere una certa sobrietà di fondo che non guasta affatto. Bene anche le chitarre che si fanno ricordare per assoli degni di nota, e gli interventi di voce femminile, preziosi aiuti che contribuiscono ad impreziosire la proposta dei finlandesi (“Sound of Silence”, “The Day”, “Beneath the Autumn Leaves”, “Angelheart, Ravenheart part III”). Ascoltandoli, vi accorgerete che c'è magia nella musica degli Eternal Tears of Sorrow e un livello di ispirazione difficile da trovare oggigiorno in molte formazioni. Emblema di questo può essere “Dance of December”, una dei migliori brani di un lavoro in cui sono assenti inutili riempitivi e dove tutte le canzoni si lasciano ascoltare con vero piacere. L'unica nota di demerito può forse essere attribuita alla strofa di “Legion of Beast”, penalizzata forse da un accostamento troppo irruento tra up-tempo e delicate tastiere, ma si tratta davvero più di gusto personale che altro. Le chiacchiere stanno comunque a zero: se siete fan accaniti di Kalmah e Amorphis, se vi mancano le tastiere dei Sonata Arctica di un tempo e se ancora amate le atmosfere che la scena finlandese ha contribuito a plasmare, l'appuntamento con l'ultimo degli Eternal Tears of Sorrow è un evento a cui fareste meglio non mancare. Symphonic death metal? Melodic death metal? Extreme gothic metal? Power/death metal? Poco importa delle inutili definizioni che da tempo affliggono gruppi di difficile classificazione: questi finlandesi sono riusciti ancora una volta a dimostrare di essere un gruppo capace di sfornare grande musica dalle memorabili atmosfere e questa è l'unica cosa che conta. Inutile quindi dire che qualora non foste avvezzi a melanconiche melodie e a un certo tipo di atmosfere, dovete tenervi alla larga da questi signori.
Mark 7,5/10
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