Tribulation - The Formulas of Death


Year : 2013
Genre : Progressive Death Metal
Record Label : Invictus Productions & The Ajna Offensive
Sounds Like : Celtic Frost, Nocturnus, Pestielence
Reviewed by : Edoardo
Sentence : An incredible travel!

Dopo l'ascolto di The Formulas of Death ti alzi in piedi ed applaudi per 10 minuti come un pazzo.
Standing Ovation e faccia da "e sti cazzi!", non riesci a far a meno di gongolare la testa con approvazione e dire "porca madonna che lavoro".
The Formulas of Death premia gli ascoltatori pazienti, ci mette del suo per far avvicinare l'ascoltatore con Wanderer In The Outer Darkness che è senza dubbio il vero singolone del cd, ma poche, pochissime volte fa le cose semplici, mai mi verrebbe da dire, non una soluzione pare scontata, già scritta o troppo old school.
Ogni cazzo di nota sembra che venga fuori da un nuovo genere, ogni passaggio fa rimanere a bocca aperta e anche dove le ritmiche sono easy arriva una chitarra ritmica ad adornare la struttura con orpelli d'ottimo gusto melodico. Il punto di forza è la tecnica, non d'esecuzione, anche se c'è, ma la tecnica nel comporre canzoni, strutture, arrangiamenti e sezioni, oscillazioni tra il plumbeo ed il divino. L'ora e 10 proposta mette il cuore in pace e ti fa capire che forse si può fare ancora tanto nel Death Metal perchè in 20 anni non si è ancora andati oltre certi nomi, non si sono mai creati veri nuovi nomi di rifermento nella scena post-2000 (I Decapitated hanno avuto la chance di esserlo ma sappiamo tutti com'è finita) solo alter ego di band fondatrici rivisitate e modernizzate, nessuno ha mai provato a scrivere un nuovo tipo di Death Metal old school, una nuova base.
I Tribulation ce l'hanno fatta, hanno reso ovviamente la strada inaccessibile per i più ma si può ben dire come siano i primissimi ad aver saputo riscrivere il genere da capo senza prestarsi ed evoluzioni di uno o dell'altro stile. Nocturnus e Celtic Frost ce li potete sentire ma che cazzo volete? Mica hanno inventato un genere!
Degne di menzione sono Suspiria e Apparitions, la prima perchè il cantato si intravede solo ogni tanto tra fluidità strumentale, sezioni prog, vortici e mulinelli solisti. La seconda perchè è una delle tracce più belle mai scritte nel Death Metal, epica, sentita, commovente, straziante.
20 minuti in meno sarebbero bastati per urlare al Masterpiece, ci sono sezioni che se evitate nessuno se ne accorgeva, canzoni belle ma che se tolte non diminuivano il lustro e lo splendore dell'opera e sono queste che rendono difficoltosa per molti una avventura su queste criptiche righe.
Siamo difronte ad uno dei monoliti fondamentali del Death Metal Old School odierno.


                                                                   Mark : 8/10



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